Oggi 19 marzo, si celebra la festa del papà, che in Italia coincide con la festa di San Giuseppe. Nelle zone del sud capita di vedere delle grandi tavole con l’immagine del santo, piene di ogni sorta di cibo per donare un pasto suntuoso a chi più ne ha bisogno. Inoltre per congedarsi dall’inverno, si usa fare un falò e bruciare un fantoccio simboleggiante l’inverno, dando il benvenuto alla primavera. Dolce tradizionale di questo periodo sono le frittelle o zeppole.
La seguente poesia è un atto di amore e di insegnamento di un padre verso suo figlio:
Se ( Rudyard Kipling )
Se riesci a non perdere la testa
quando tutti intorno a te la perdono dandotene la colpa;
se riesci ad aver fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te,
ma tenendo nel giusto conto anche il loro dubitare;
se riesci ad aspettare senza spazientirti nell’attesa,
o essendo calunniato, a non rispondere con calunnie,
o essendo odiato, a non farti prendere dall’odio,
pur non mostrandoti troppo buono, né parlando troppo da saggio;
se riesci a sognare – e non fare dei sogni i tuoi padroni;
se riesci a pensare – e non fare dei pensieri il tuo scopo,
se riesci ad affrontare il successo e la sconfitta
e a trattare questi due impostori allo stesso modo;
se riesci a sopportare di sentire la verità che hai pronunciato
distorta da furfanti che ne fanno una trappola per gli ingenui;
o vedere le cose per cui hai dato la vita, distrutte,
e chinarti a ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori;
Se riesci a fare un gruzzolo di tutte le tue vincite
e a rischiarle in un sol colpo a testa o croce,
e perdere e ricominciare tutto dal principio
e non dire mai una parola sulla tua perdita;
se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
a servire ai tuoi scopi benché ormai sfiniti da tempo,
e a tener duro quando niente più resta in te
tranne la Volontà che dice loro: “Tieni duro!”
se riesci a parlare alle folle e conservare la tua virtù,
o a passeggiare con i Re e non perdere il tuo fare ordinario,
se né i nemici né gli amici più cari possono ferirti,
se tutti gli uomini per te contano, ma nessuno troppo;
se riesci a colmare l’inesorabile minuto
e a dar valore ad ognuno dei suoi sessanta secondi,
tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
e − quel che più conta − tu sarai un Uomo, figlio mio!