Essere testimoni di epoche diverse e, con la bellezza, attraversare il tempo in modo elegante è stata la missione di Bettina Graziani, indossatrice e fonte di ispirazione per couturier come Dior e Givenchy, che si è spenta una settimana.
Nata Simone Micheline Bodin nel 1925, giunge a Parigi all’indomani della liberazione dai tedeschi. Sulle sue spalle grava ancora il peso di una adolescenza tormentata: abbandonata dal padre, trascorre la sua infanzia con la madre, per poi trasferirsi dalla nonna materna, nella Francia occidentale. I suoi racconti di quel periodo sono molto sofferti: nella sua autobiografia Bettina by Bettina ricorda l’esperienza di andare ogni giorno a scuola attraversando in bici i campi ghiacciati. Ma è un periodo che la tempra e la segna a tal punto da indurla a cercare fortuna nella capitale. Un passaggio profondo anche a livello umano e che, come accade a molte celebrità, viene sancito dalla scelta di un nuovo nome. L’arrivo di Simone/Bettina a Parigi precede di poco il suo matrimonio con il fotografo di Paris Match, Benno Graziani, da cui prenderà il cognome che la renderà famosa: infatti, anche se l’unione tra i due sarà molto breve, la modella resterà sempre Bettina Graziani.
Introdotta negli ambienti del giornalismo fotografico e di moda, la sua bellezza non passa di certo inosservata al punto che, l’allora esordiente Christian Dior, le promette di aprire una propria casa di moda pur di collaborare con lei. Ma è nel 1947 che si ha la svolta professionale e la consacrazione di Bettina nell’olimpo delle mannequin: la breve collaborazione con il rinomato stilista Lelong costituisce l’input per numerosi e proficui ingaggi: Chanel, Jacques Fath, Balmain, successivamente Valentino. Ma è a Hubert de Givenchy che Bettina lega il suo volto e la sua carriera: il couturier, ammaliato, crea la Bettina Blouse in suo onore. Una camicia flamboyant piena di rouches, una pietra miliare della storia del costume che sarà l’illustrata da René Gruau.
Sono gli anni Cinquanta e Bettina incarna l’idea di moda del periodo: sofisticata e profumata di stile genuinamente parigino, intraprendente e dinamica, come suggerisce l’american dream: quello espresso da Bettina nei suoi scatti è il mood di un’epoca. In questo modo, sobrio ma spigliato, vive anche la sua vita sentimentale: dopo la fine del matrimonio con Benno, le sue intense relazioni amorose destano l’interesse del pubblico, che già la conosceva come “modella più fotografata di Francia”. La sua esposizione mediatica la porta a condividere la storia con il principe Aly Khan sotto i flash, anche nella tragedia: nel 1960 i due sono coinvolti in un incidente in cui lui resterà vittima. Oggi, di questa vita avventurosa e patinata, resta solo il ricordo del suo volto regolare, i suoi tratti quasi dipinti, la sua grazia, il suo stile: tutto ciò che in lei, testimone di epoche e stili, trasmetteva l’idea di una distaccata sobrietà.
by Letizia Dabramo