Esperti del settore o semplici amatori non possono perdersi il volume “Gold Medals” a cura di Roberto Koch, Contrasto editore, che riassume la storia dei 5 più prestigiosi premi fotogiornalistici internazionali, dai più recenti agli esordi – sessant’anni di fotografia come testimonianza del mondo.
La foto di un centauro disarcionato durante una gara di motocross del danese Mogens von Haven è stata la 1° a vincere il WPP ( World Press Photo) nel 1955. Sempre nello stesso anno il 1° premio Robert Capa Gold Medal andava alla foto dell’americano H.Sochurek che ritraeva delle vittime vietnamite di un attacco francese.
Nel corso degli anni accanto al WPP e al RC Gold Medal si sono aggiunti l’Oscar, Barnack Award ( dal 1979, intitolato al padre della Leica), il W.E.Smith Grant ( dal 1980, per la fotografia umanistica) ed il Visa d’Or ( dal 1989, legato al Festival di Perpignan sul fotogiornalismo).
Nel 1967 vince per la prima volta il WPP una foto a colori, mettendo fine all’idea che solamente con il bianco/nero si potesse catturare la realtà, testimoniandone tutte le sfaccettature.
Ma quale metro utilizzare per premiare una foto? Cosa conta veramente? Bellezza o pregnanza? Ora che con i cellulari si può pubblicare immediatamente in Rete qualsiasi foto ( come quando nel 2007 J.Mode vinse la RC Gold Medal con uno scatto mosso che avremmo potuto fare tutti, dell’attimo in cui dopo l’esplosione di un ordigno rimase uccisa l’ex premier pachistana B.Bhutto), bisogna pensare ad altro.
Il volume infatti mostra come il 1° compito di un fotogiornalista, sia quello di cogliere quello che accade, quello che intorno a noi in modo celato o manifesto è vita umana.