American Gigolò, con Richard Gere: il giovane Richard che fu lanciato da quel film, dove interpreta i panni di un amante “a richiesta” in completi con blazer destrutturati e pantaloni morbidi con le pinces che sono diventati uno status simbolo della sensualità tanto da diventare l'”American Gigolo’s suit”.
Gli Intoccabili, capolavoro di Brian De Palma, che racconta una decade, quella degli anni trentanove è ambientato il film, a cara a Giorgio da sempre, suit in tre pezzi sui toni del grigio, persino un boss come Al Capone, interpretato per l’occasione da Robert De Niro, acquista raffinatezza.
Il tè ne deserto pellicola di Bernardo Bertolucci, vestito di sahariane, e camicie di lino a righe, pantaloni morbidi e stivali, John Malkovich diventa la perfetta immagine dell’uomo Armani. Mai sopra le righe o eccessivamente eccentrico, anche dove le temperature sahariane potrebbero permetterlo, Port Maresby, il personaggio interpretato da Malkovich esibisce uno stile raffinato, e d’impatto.
Una predilezioni per gli uomini d’affari, che Armani veste ormai da quarant’anni.
Giorgio Armani ha contribuito a dare sostanza al mito di Batman ne Il cavaliere oscuro interpretato da Christian Bale, che ha vestito di gessati e cravatte regimental.
In The Wolf of Wall street il broker newyorchese interpretato da Leonardo Di Caprio, dove le estrose cravatte a fantasia, geometriche o a pois, trovano il perfetto contrasto nel rigoroso doppiopetto gessato.
80 anni all’anagrafe, di cui 40 passati a insegnare l’eleganza al mondo.
Una storia unica, quella di Giorgio Armani, iniziata come vetrinista in Rinascente, e proseguita sino ad essere assunto da Nino Cerruti, che lo vuole a disegnare la sua linea Hitman, per 7 anni. Un’esperienza che lo spinge verso la sua naturale inclinazione, un rapporto di collaborazione profilica con l’industria cinematografica holliwoodiana, che lo amerà senza riserve, consacrandolo come uno dei nomi di maggiore importanza già nel 1982, a soli 7 anni dalla nascita del suo marchio, quando veste Richard Gere in American Gigolo.
Il 30 aprile scorso, la maison Armani ha compiuto 40 anni e ha festeggiato in grande stile, a partire dall’inaugurazione del nuovo Silos, spazio di 4.500 metri quadrati in via Bergognone 40, che attraverso una selezione di abiti dal 1980 a oggi, racconta la storia e l’estetica della maison seguendo i temi che ne hanno ispirato il lavoro creativo. Schivo, educato, riservato ma ormai assurto, che a lui piaccia o no, a patrimonio nazionale, il designer piacentino festeggia quest’anno il quarantennale della sua attività, con un party al Nobu di Milano che ha visto raccogliersi l’èlite di Hollywood, da Leonardo Di Caprio a Chris Pine, sindaco di Milano Giuliano Pisapia fino a Cate Blanchett, testimonial del profumo Sì, e Chris Pine, volto di Armani Code, passando per le bellissime Sophia Loren, Hilary Swank e Kasia Smutniak e soprattutto il premier Matteo Renzi.
Altro motivo per celebrare, è l’apertura del Silos, il nuovo spazio espositivo del marchio che da lui ha preso il nome, e che ospiterà su quattro piani diverse aree espositive, 600 abiti e 200 accessori e un archivio digitale dedicato agli appassionati dello stile di Re Giorgio.
Erano tutti lì ad applaudire il grande traguardo. Tale è la sua importanza, che per l’occasione persino il Ministero dello Sviluppo Economico ha emesso un francobollo speciale in tiratura limitata con lo schizzo del Silos disegnato dallo stilista.
“Perché l’eleganza, per Giorgio, è sempre stata, nelle sue parole, non farsi notare, ma farsi ricordare.”