Bruce Charles Chatwin è nato il 13.5.1940 in Inghilterra, a Sheffield. Dopo gli studi viene assunto dalla prestigiosa casa d’aste londinese Sotheby’s, dove diverrà presto un esperto di arte impressionista.
Dopo un problema alla vista è costretto a lasciare il lavoro e il suo grande interesse per l’archeologia lo spinge ad iscriversi all’università. Terminati gli studi lavorerà in India e in Afghanistan. Sono queste le prime esperienze di viaggio che lo faranno diventare, complice il suo talento narrativo e l’innata curiosità, uno dei maggiori scrittori di viaggio, un “globetrotter”.
Grazie infatti alla sua collaborazione con il Sunday Times Magazine, avrà modo di compiere numerosi viaggi e trattare diversi argomenti. Come lui stesso scrisse: “scoprii che il viaggio non allarga la mente: la costruisce.”
Tra le sue opere più famose si possono citare: In Patagonia del 1977, Il vicerè di Ouidah del 1980 ( uno studio sulla tratta degli schiavi, attraverso la permanenza a Ouidah, vecchio villaggio di schiavi in Africa), La via dei canti del 1987, intenso racconto sull’Australia degli aborigeni.
Quando verso la fine degli anni’80 contrae il virus dell’HIV, non rivela a nessuno lo stato della sua salute e si trasferisce nel sud della Francia, dove morirà a Nizza a soli 48 anni l’8.1.1989.
Venne mitizzato da subito, essere chatwiniani divenne una tendenza da seguire, alla pari del suo immancabile taccuino di cerata nera con l’elastico, il Moleskine ( che C. comprava solo in una papeterie di Parigi, e oggi si può trovare in quasi tutti i paesi del mondo).