L’hipsteria collettiva è sul viale del tramonto: dall’America arrivano gli Yuccies dal guardaroba curato e dagli obiettivi professionali ben precisi. Finisce così il mito degli hipster?
Ma per ogni specie che se ne va, ce n’è una nuova che arriva. Dopo mesi e mesi di indiscusso dominio stilistico di barbe lunghe, camicie a quadri e occhiali da vista importanti, ecco che, finalmente, da Brooklyn arriva l’attesa rivoluzione della moda giovanile: basta arie simil-intellettuali e biciclette discutibilmente vintage. A capo della nuova tendenza David Infante che, ventisei anni e il sogno di diventare uno scrittore, su Mashable definisce la categoria degli Yuccies.
“Yuccies – spiega – è l’acronomio di Giovani Creativi Urbani (Young Urban Creatives) e indica quel gruppo di giovani che sono come una fetta di Generazione Y. Nati nel comfort della periferia, indottrinati attraverso il potere quasi trascendentale dello studio e infettati dalla convinzione che non si debba solo coltivare i propri sogni ma che si debba guadagnare da questi”. Perché in sostanza, di questo si tratta secondo il giovane autore della nuova tendenza giovanile. Gli hipster, secondo quanto ricordava lo scrittore americano Norman Mailer nel saggio del 1957 The white negro, sono – tutto sommato – esistenzialisti statunitensi che, dopo aver vissuto la propria vita circondati dal conformismo, decidono di divorziare dalla società per vivere senza radici e “intraprendere un misterioso viaggio negli eversivi imperativi dell’io”.
Dalla battaglia al conformismo tout court ai risvoltini sui pantaloni stretti, sono passati quasi 60 anni ma se adesso questo è lo stato dell’arte pare proprio il caso di fare un passo in più.
Yuccies. Sono loro i sostituti degli hipster che, a differenza di questi ultimi, non hanno tratti fisici particolari e nemmeno tatuaggi ben visibili ma sono caratterizzati dall’amore per le proprie opinioni e dall’alta considerazione della soddisfazione personale. Perché lavorare come social media manager in un’azienda farmaceutica ed essere ben pagato quando si può lasciare la propria posizione per cominciare un’attività da giornalista freelance e scrittore?
È ciò che ha fatto David Infante, un ragazzo di 26 anni residente in America che anche se ha visto diminuire le sue entrate ora è nettamente più felice di quanto lo fosse prima. Segue i sogni, ama ciò che fa e viene pagato per le sue opinioni e il suo pensiero. Che si può voler di più?
Accordo tra successo e creatività: ecco cosa desiderano e riescono ad ottenere gli yuccies.
La loro è una vera e propria vocazione, che li porta ad inglobarsi nelle aeree metropolitane, dove hanno più possibilità di far fruttare le loro passioni.
Ma non tutti riescono a ricavare il denaro sufficiente per vivere dalle loro idee, molti sono costretti a praticare un altro mestiere. Ebbene questi ultimi non possono entrare a far parte della categoria degli yuccies. Scrivere, dipingire, disegnare per hobby, è una cosa che possono fare tutti soprattutto grazie ad internet, riuscire a sostenere spese e a vivere bene grazie al proprio spirito creativo è una prerogativa degli yuccies.
Ma quando sono nati e come hanno vissuto sin’ora?
Gli yuccies fanno parte di quella generazione anni ’80-90 che ha conosciuto social media come my space e col tempo si sono adeguati alle nuove tecnologie, iscrivendosi prima su Facebook e poi su Istangram. Gli yuccies sono così nati dalla sintesi di hippies e yuppies. I primi infatti si distinguevano per la creatività, mentre i secondi volevano ottenere il successo. Per ricordare questo bisogno di libertà, gli yuccies girano con una copia di Freedom di Jonathan Franzen e comprano sempre il New York weekend edition anche se non sempre leggono le news.
Come si sarà ben capito, gli yuccies sono nati in America e bisognerà aspettare tempo prima che questa creatura si radichi anche in Europa.