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Matteo, un bimbo di una scuola primaria di Ferrara inventa una parola che fino a poche ora fa era inesistente: “petaloso”.
Petaloso significa “pieno di petali”: «le margherite sono fiori petalosi, i papaveri no”, così scrive Matteo.
La maestra Margherita Aurora, leggendo il compito ha segnato l’errore aggiungendo però che si trattava di un errore molto carino.
Infatti, ha ben pensato di chiedere il parere all’Accademia della Crusca. Ieri è giunta la risposta.
La risposta della Crusca da parte di Maria Cristina Torchia, della redazione Consulenza linguistica della Crusca
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L’Accademia della Crusca anziché sorridere davanti al petaloso di Matteo, ha preso carta e penna e gli ha risposto, spiegando che “petaloso” è una parola ben «formata, bella e chiara», e simili a lei in italiano ci sono tante altre parole, come peloso o coraggioso. Ma per esistere una nuova parola, per entrare nel vocabolario, non basta che qualcuno la inventi e che sia bella e utile, ma bisogna che la usino tante persone e tante persone la capiscano. Aggiunge, infatti: “Se riuscirai a diffondere la tua parola tra tante persone o tante persone in Italia cominceranno a dire e scrivere “com’è petaloso questo fiore!”, allora petaloso sarà diventata una parola dell’italiano, perché gli italiani la conoscono e la usano. A quel punto chi compila i dizionari inserirà la nuova parola fra le altre e ne spiegherà il significato»
Sui social network è nata una vera e propria gara per aiutare Matteo a fare di “petaloso” una realtà.
Dopo che la maestra ha pubblicato il parere dell’Accademia sul proprio profilo Facebook, nel giro di poche ore la storia del suo alunno ha fatto il giro della Rete, diffondendo in modo virale il neologismo. Da stamane “#petaloso” è diventato un trending topic.