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In che modo si può modellare la percezione dei colori attraverso il linguaggio? E poi…è la percezione che influenza il linguaggio o viceversa? Su questi quesiti che generano numerosi studi e dibattiti, se ne è aggiunto uno della Chuo University di Tokyo. Grazie ad una tecnica innovativa di neuroimaging ha mostrato che ciascun colore stimola una precisa risposta nei neonati. Questo significa quindi che esiste un punto di partenza universale non soggetto ad acquisizione linguistica. Solo in uno stadio successivo, a seconda della cultura che ci appartiene si creano le diversità nell’importanza psicologica di ciascun colore.

Per esempio nella lingua russa non esiste una parola generica per il blu, ma esiste una distinzione molto netta tra la parola che indica il blu scuro e quella che indica il blu chiaro. Ancora, nelle lingue tropicali non esistono parole distinte per blu e verde, ma un unico termine che le comprende entrambe.Infine da uno studio sistematico sulle tendenze di Instagram condotto negli Stati Uniti e in Giappone da un gruppo di psicologi dell’università di Pittsburgh, è risultato che gli americani preferiscono toni che spaziano dl blu al grigio- azzurro, mentre i giapponesi quelli che vanno dal rosso al giallo.

Emira M'sakni

Emira M'sakni

Founder e Creative director @spaghettimag Cool Hunter | Sun Addict | Moody |