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Supera al botteghino “Star Wars – Gli ultimi Jedi” e si posiziona al secondo posto, tra i film italiani più visti al cinema, la “Napoli Velata” di Ferzan Özpetek. Distribuito da Warner Bros Pictures dal 28 dicembre in ben 400 sale, il nuovo film del regista turco e un po’ napoletano (a detta sua) è stato interamente girato nella città partenopea in poche settimane (dal 13 maggio al 1 luglio 2017) con un cast d’eccezione. Giovanna Mezzogiorno e Alessandro Borghi i protagonisti del mystery con Anna Bonaiuto, il mitico Peppe Barra, Biagio Forestieri, una insolita Lina Sastri, Isabella Ferrari, Luisa Ranieri, Maria Pia Calzone, Loredana Cannata, Carmine Recano, Angela Pagano, Antonio Braucci, Antonio Grosso.

Thriller disinvolto, in una Napoli sospesa tra magia e sensualità, ragione e follia, è la storia di Adriana (Giovanna Mezzogiorno), medico legale a disagio con i vivi, che incontra Andrea (Alessandro Borghi), un giovane uomo, trafficante di tesori sommersi, che la seduce e la ama una notte intera, (l’annunciata e lunga scena di sesso iniziale). Adriana è travolta, finalmente viva. Al risveglio i due giovani promettono di rivedersi, ma all’appuntamento Andrea non si presenterà… È l’inizio di un’indagine poliziesca ed esistenziale che condurrà Adriana nel ventre di Napoli e di un passato che non l’ha mai abbandonata.

Napoli Velata è un film piacevole, interessante, a tratti snervante, che offre allo spettatore eccezionali riprese di luoghi simbolo come il Museo archeologico Nazionale di Napoli, l’ospedale degli Incurabili, la cappella Sansevero ed il palazzo del principe Caracciolo. Scorci, vedute, colori e musiche di una Napoli esoterica, misteriosa, vellutata che travolge e abbandona, affascina e spaventa. Mistero ed esoterismo goliardico rivivono nella magistrale interpretazione del superbo Peppe Barra.

Torna il tema dell’amore che si mescola alla morte, tra corpi nudi, veggenti, “femminielli” e streghe (Isabella Ferrari e Lina Sastri), si dipana il melodramma noir di Özpetek che ha, come unico pregio, quello di restituire, con una trama complicata e mai risolta, il lato magico e occulto di una città che si fa donna e madre, anzi matrigna e che finisce per divorare i suoi figli.