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Tenerife è l’isola più popolata dell’arcipelago delle Canarie, ed è il luogo in cui ogni anno prima dell’avvento della Quaresima, si celebrano delle feste di Carnevale talmente spettacolari da far giungere più di due milioni di turisti da tutto il mondo per potervi assistere e ovviamente partecipare tassativamente in maschera.

Le origini del Carnevale più famoso al largo dell’Africa nord-occidentale può essere fatto risalire a quando durante il XVI secolo portoghesi e spagnoli giunsero sull’isola come tappa intermedia durante i loro viaggi verso il Nuovo Continente e le colonie americane, portando con sé le loro tradizioni. Nei primi riferimenti documentati risalenti al XVIII secolo si possono leggere i numerosi divieti delle autorità ecclesiastiche per salvaguardare l’ordine morale e quello civile, che a nulla valsero perché i festeggiamenti per il Carnevale divennero sempre più popolari e durante il XIX secolo si diffuse anche l’abitudine che vide le tapaderas, donne appartenenti alle classi alte, a scendere in strada confondendosi tra la gente del popolo, grazie al mistero conferito dalle maschere. Sarà però solamente nel 1925 che il comune di Santa Cruz de Tenerife realizza il primo programma ufficiale delle feste di Carnevale. Un brusco arresto arriverà tuttavia prima con la guerra civile ( 1936-1939 ) e poi con la dittatura franchista ( 1939-1975 ). Nonostante la repressione, vennero organizzate feste clandestine nell’intimità delle abitazioni e nel 1961 viene nuovamente accettata la celebrazione del Carnevale, celata dalla denominazione di “Festa d’Inverno”, e dichiarata persino nel 1967 Festa di Interesse Turistico Nazionale. Dopo la morte di Franco, con l’arrivo della democrazia, il Carnevale recupererà il suo nome diventando poco a poco la festa popolare più sentita  a Santa Cruz de Tenerife, tanto da incoronarlo secondo Carnevale più famoso ed importante al mondo dopo quello di Rio de Janeiro.

Curiosità: “Lentierro de la sardina” è una celebrazione molto originale che si svolge il Mercoledì delle Ceneri, quando una gigantesca sardina di cartapesta viene portata in processione per le strade, con un seguito di “vedove” (uomini vestiti da donna) che mettono in scena un pianto funebre. La sardina viene successivamente bruciata con lo sfondo di uno spettacolo pirotecnico in segno di buon auspicio per il nuovo che verrà.