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Craig Green è un designer londinese che ha fondato il suo brand omonimo nel 2012, dopo essersi laureato alla Central Saint Martins di Londra.

Da quel momento si è ritagliato una posto di rilievo tra i talenti più innovativi di tutto il mondo.

Sebbene note per le suo mood drammatico e profondamente emozionale, le sue collezioni sono sempre rivolte al costante sviluppo di capi essenziali, di una estetica concettuale e, talvolta, estrema.  ma assolutamente riconoscibile.

La forte impronta creativa di Craig Green gli ha permesso di guadagnarsi una clientela importante in alcuni dei flagship più prestigiosi del mondo. Tra questi ci sono Barneys, Bergdorf Goodman, Dover Street Market, Galeries Lafayette, Joyce, Matches Fashion, Mr Porter e Selfridges.

I suoi progetti sono spesso stati protagonisti di importanti mostre tra cui “China: Through the Looking Glass”  al MET di New York  nel 2015,  e “HEAVENLY BODIES” del 2018: la moda e l’immaginazione cattolica.

Per la FW 2019-20, Craig Green ha sintetizzato la sua collezione con queste parole:

“Stavo pensando a quest’uomo fatto di vetro, e quell’idea non deve significare la fragilità. Può anche significare forza. “

Tessuti opachi, cinghie incrociate e cinghie che chiudono i trench in maniera strettissima; giacche a doppio petto e pantaloni cargo.

E’ la rivisitazione degli abiti da lavoro con materiali indistruttibili, perché Craig stesso sostiene che, se vogliamo una moda durevole, dobbiamo pensare ad abiti realizzati materiali che siano forti e (quasi) eterni.

Si parte da look formali dalle tonalità calme, passando ai total look in full check. E si arriva ad outfit estremi fatti di colori elettrici, sviluppati su materiali plastici.

Si ha come la sensazione di avere agli occhi una lente che muta in successione la visione delle cose, stravolgendo il concetto di quotidianità e svelando un nuovo modo di concepire l’abbigliamento.