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Consapevolezza, funzionalità e autenticità. Questi sono i principi su cui si fonda No Fake L.G, linea d’abbigliamento maschile che risponde alle logiche della moda etica ed ecosostenibile.

Come e quando nasce il vostro brand?

L’idea è nata nell’estate del 2019 dall’esigenza di una linea d’abbigliamento maschile che rappresentasse i valori della moda etica ed ecosostenibile, dall’identità e dallo stile definiti. Un percorso che hanno intrapreso molti brand femminili, ma che facevamo fatica a trovare nella moda maschile che non fosse sportswear o abbigliamento molto classico.

A inizio 2020 abbiamo creato un network che da gennaio di quest’anno ha iniziato a lavorare parallelamente sulla linea e i materiali per sviluppare i principi base. Purtroppo i tempi si sono allungati a causa del momento, ma a maggio abbiamo potuto realizzare i primi prototipi per testarne la vestibilità e i dettagli: un lavoro abbastanza lungo che abbiamo terminato ad agosto.

Estetica e funzionalità sono le idee fondanti su cui si basa NO FAKE L.G, non temete che in futuro queste due qualità non possano combaciare?

Questa è una domanda che ci siamo posti molto spesso e a cui dare una risposta univoca è impossibile.

Nella funzione di un abito giocano tanti fattori: alcuni intrinsechi al capo, come la vestibilità, il prezzo, la qualità dei tessuti e il confezionamento, altri imprevedibili come l’utilità e la corrispondenza alle esigenze quotidiane. La nostra ricerca si è concentrata soprattutto sui valori intrinsechi, per dare comunque un prodotto di alta qualità.

L’estetica sicuramente cambierà, ma è un’evoluzione molto lenta nella moda maschile, soprattutto se prendiamo una linea essenziale come la nostra. Non abbiamo l’ambizione di aver creato uno stile universale, più uno stimolo ulteriore per chi è appassionato di moda. Come noi siamo stati stylist davanti al nostro armadio, vogliamo farci stupire da chi comprerà PARADIGMA oggi o gli darà una seconda vita domani.

Su quali criteri scegliete i vostri fornitori?

Esperienza ed etica innanzitutto. Un altro fattore importante è la totale trasparenza di tutto il processo produttivo. In ultimo, l’apertura al confronto e i riferimenti estetici, perché il disegno si completa necessariamente in sartoria.

Per questo ci siamo rivolti a Lavgon, realtà artigianale pioniera nel panorama della moda etica made in Italy. Abbiamo passato un paio di mesi a dialogare su canoni e riferimenti estetici, cercando parallelamente i tessuti percorrendo due strade: i tessuti rigenerati e quelli naturali certificati.

Alla fine abbiamo scelto il lanificio Moessmer perché rappresentava al meglio la nostra idea.

C’è uno dei capi della collezione al quale tenete in particolar modo?

Lavorare su una capsule ci ha permesso di dedicare lo stesso tempo ad ogni modello, quindi è difficile scegliere un capo tra i quattro presentati. Sono i nostri quattro figli, ognuno con passioni differenti: cultura orientale, abbigliamento militare, american graffiti e sportswear. Non vogliamo creare gelosie, sono nati insieme e hanno tutti i loro pregi, mentre i difetti li hanno presi tutti da noi.

Che rapporto avete con il mondo digital e soprattutto in che modo cercate di comunicare il vostro brand?

Ci piace, ci stimola ed è al momento l’unica piattaforma su cui esistiamo. Non possiamo farne a meno, ma cerchiamo di viverlo con senso critico e attenzione. Il web è una prateria e come tale può essere accogliente, ma è anche rischiosa. Non per questo vogliamo barricarci in uno spazio ristretto, cerchiamo solo di rappresentare il nostro punto di vista con la massima chiarezza e coerenza, con l’obiettivo di creare una community in grado di recepire e condividere le nostre scelte.