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Diciamoci la verità, non ce lo saremmo mai immaginati di indossare quotidianamente la mascherina, magari persino in tinta con il resto dell’outfit.

Eppure, è quasi un anno che le nostre abitudini, per la salvaguardia nostra e degli altri, hanno subito grandi cambiamenti.

Se si prescinde dal momento festoso e goliardico del Carnevale, la mascherina è sempre stata simbolo per la protezione di alcune categorie lavorative e caratteristica estetica di gran parte del popolo asiatico.

Infatti, è in Asia che le mascherine chirurgiche da dispositivo anti smog e di protezione in caso di raffreddore, sono diventate un vero e proprio fashion statement. La cultura pop giapponese e quella coreana ne sono costanti ispiratrici.

Ma a quando esattamente nella storia risale l’utilizzo delle mascherine?

Secondo diverse fonti storiche, l’età dell’Umanesimo e del Rinascimento italiano può essere definita, non solo epoca di incredibile fermento intellettuale ed artistico, ma anche dei primi tentativi di coprirsi il volto in caso di contatto con persone malate.

Insomma, se da un lato abbiamo Leonardo da Vinci che dipinge la Monna Lisa e regala al mondo intero un capolavoro senza eguali, dall’altro abbiamo i primi passi verso le regole di igiene e contenimento delle malattie.

Si passa così dal semplice fazzoletto di stoffa che copre naso e bocca, alle maschere vere e proprie utilizzate in occasione dello scoppio della peste del 1575.

Le maschere, dalla forma di un grande becco d’uccello lungo e adunco, avevano la punta ripiena di paglia e sostanze aromatiche (ambra, mirra, lavanda, menta, chiodi di garofano, aglio, spesso anche garze imbevute di aceto e oli essenziali). Allacciate alla testa con appositi nastrini, avevano delle aperture per gli occhi protette da lenti di vetro, e due fessure laterali per respirare.

Ma la mascherina chirurgica che tutti conosciamo viene indossata per la prima volta solo nel 1897 dal chirurgo francese Paul Berger, che la descrisse come «un impacco rettangolare di sei strati di garza, cucito sul bordo inferiore al suo grembiule di lino sterilizzato e il bordo superiore tenuto contro la radice del naso da corde legate dietro il collo».

Con il passare degli anni le mascherine verranno perfezionate, basti pensare al medico cinese, Lien–teh Wu, che durante l’epidemia di peste sviluppatasi in Manciuria tra il 1910 e il 1911, sviluppò mascherine composte da vari strati di garza e cotone sovrapposti, conferendo loro una forma a conchiglia che consentiva di farle aderire perfettamente al viso per coprire naso e bocca.

Oltre al colera, seguirono gravi pandemie influenzali, come la spagnola, con un tasso globale di mortalità del 2,5%, l’asiatica o la suina, fino al Covid 19. Tuttavia, grazie all’uso delle mascherine, dai tessuti sempre più sofisticati creati oggi da laboratori all’avanguardia si può contare su un alleato molto prezioso.