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House of Gucci, pellicola evento – basata sul romanzo pubblicato nel 2001 “The House of Gucci: A sensational story of murder, madness, glamour and greed” di Sara Gay Forden – vede dietro la macchina da presa Ridley Scott, anima e corpo da kolossal, per la sceneggiatura di Roberto Bentivegna, portano sul grande schermo tutta la grande bellezza, la creatività e la prestigiosità di una famiglia dis-funzionale d’ordinanza in 30 anni di vita: “La storia è così epica, la posta in gioco così alta e i personaggi così ben disegnati che eravamo determinati a portarlo sul grande schermo”.

Tasselli come diamanti nel biopic della Metro-Goldwyn-Mayer Productions, il Premio Oscar Lady Gaga preferita all’Angelina Jolie di Martin Scorsese, quando aveva programma di raccontare la storia. Co-protagonista del film Adam Driver nella veste di Maurizio Gucci, Al Pacino interpreta Aldo Gucci, zio di Maurizio finito in carcere per evasione fiscale, Jared Leto è il figlio Paolo Gucci, Jeremy Irons sarà Rodolfo Gucci, Camille Cottin è l’ultimo amore di Maurizio, Paola Franchi. Si aggiungono tra gli altri, anche Jack Huston, Madalina Ghenea che interpreterà Sophia Loren, Reeve Carney e Salma Ayek.

Le riprese per House of Gucci sbarcano a Gressoney Gressoney-Sant-Jean e Gressonery-La Trinité in Valle D’Aosta, ai piedi del Monte Rosa, a Milano in un’Università Statale blindata, seguite a Roma nei set di via Condotti, nel quartiere residenziale di Talenti e nella chiesa di Santa Maria Portico in Campitelli, nell’antico rione Sant’Angelo, zona del ghetto ebraico, poi Lago di Como nei comuni di Lenno e di Ossuccio e in interni nella dimora settecentesca di Villa Balbiano, “lungo la via Lariana tra Oliveto e Bellagio e sulla Provinciale 72, tra Dervio e Mandello” – dove gli attori sfilano a bordo di bolidi d’epoca.

Lo scatto-sensazione rilasciato da Miss Germanotta riassume perfettamente lo stile di vita da jetset globale – il Creole, la barca più bella del mondo per lei, di 200 piedi [63 metri], la villa ad Acapulco; Maldive, Saint-Tropez e New York nell’attico di 9.000 metri quadrati sulla 5th Avenue nell’Olympic Tower di Manhattan passando per lo chalet di Saint Moritz – di una Vedova Nera mai compresa fino in fondo dietro quegli occhiali da sole: Li ritrae dentro un affettuoso abbraccio: Lei rivestita di una parrucca scura, ingiollata in un filo di perle d’oro e nel colbacco di pelliccia bianca; Lui occhiali dalla montaura squadrata eighties, in tuta da sci e maglione con trama lavorata nel classico beige. Un’amore che inizia nel 1970, quando entrambi hanno ventuno anni. Lei figlia di un industriale e di una lavapiatti, Lui di Rodolfo Gucci e dell’attrice Sandra Ravel, nipote di Guccio Gucci. Dopo una laurea in giurisprudenza Maurizio inizia a lavorare per l’azienda di famiglia. Nel 1973 il matrimonio, durato dodici anni, dona due figlie Alessandra e Allegra.


Preferirei piangerei su una Rolls Royce piuttosto che essere felice su una bicicletta

Dopo la morte di suo padre nel 1983, ricopre la direzione della società e licenzia lo zio Aldo, finito in carcere per evasione fiscale. Ereditato un patrimonio di oltre 800 miliardi di lire, nel 1993 vende le sue quote del gruppo alla Investcorp con sede in Bahrein per circa 150 milioni di sterline [270 miliardi di lire]. Nel 1992, il divorzio, quando Lei affronta un delicato intervento al cervello per un tumore. Il 27 Marzo dello stesso anno, Maurizio Gucci viene freddato al silenziatore da un sicario con quattro colpi di pistola nell’atrio del palazzo milanese di Via Palestro, dove ha l’ufficio per seicentodieci milioni di lire. Il portiere Giuseppe Onorato rimane ferito al braccio. Intercettazioni del 30 Gen 1997, provano che Lei è al telefono con un amico fino alle 2:30 di notte. È mattina, le 5 di un lunedì del 30 Gennaio 1997, Patrizia Reggiani è in vestaglia nel lussuoso appartamento meneghino. Non avverte il campanello, così rotto il vetro della porta di ingresso, gli uomini della Polizia di Stato con una ordinanza di custodia cautelare in carcere per concorso in omicidio la arrestano, le sue prime parole: “È stato un incidente, chiarirò tutto”. Condannata inizialmente a ventinove anni, pena ridotta a ventisei in appello, ne sconterà diciassette in carcere (sebbene continui a dichiarare la sua innocenza) e tre in affidamento ai servizi sociali. E dal febbraio 2017 è tornata ad essere una donna libera.

“Molte donne prendono a prestito il cuore di un uomo, poche riescono a possederlo”, scrive Patrizia Reggiani sul frontespizio della sua agenda personale del 1995.