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Figlio di Roma, da padre tecnico di Alitalia, un dolce hippie della natura che nel tempo libero amava visitare le gallerie d’arte e le chiese antiche insieme alla famiglia nei fine settimana, Alessandro lo ricorda così: “Mio papà ha sempre avuto capelli e barba ancora più lunghi dei miei. La mattina quando si alzava c’era il rito mio o di mia madre di fargli la coda o le trecce. Forse, sì, è una faccenda di famiglia.” La Madre ha lavorato nel cinema come assistente di un Film Executive, con un debole per i costumi, fino a quando ha deciso di dedicarsi interamente alla famiglia. Alessandro Michele impara a cucire e a sperimentare dà sè e con la propria immagine dai suoi otto anni, a tal punto da decolorarsi i capelli alla tenera età di dieci anni! Nell’adolescenza indossa jeans super attillati, scarpe a punta e un capello biondo alla moicana.

Alessandro studia alla Accademia di Costume e di Moda di Roma, con il sogno di diventare costume designer e scenografo. Nel 1994 appena diplomato, Alessandro lascia Roma per lavorare in Les Copains sul knitwear. Alla fine degli anni ’90, viene impiegato da Fendi, dove impara a fianco di Karl LagerfeldSilvia Venturini Fendinella pelletteria. Nel 2002, Tom Ford, allora Direttore Creativo di Gucci, nota Alessandro Michele e lo invita a lavorare nell’ufficio design di Londra, dove cura nei primi tempi gli accessori [borse]. Di questo vissuto, dichiarò a Vogue: “lavorare per Tom è stata un’esperienza bellissima, ricordo il colloquio con lui, quando mi assunse: parlavo con un divo non uno stilista ” di cui ha aggiunto che “Tom ha le capacità di una superstar del cinema, lo ammiro, ho imparato molto da lui.” Nel 2006 viene promosso a Leather Goods Director e nel maggio 2011 a Associate to the Creative Director del nuovo Direttore Creativo Frida Giannini, con cui lavorerà fianco a fianco fino al 2015. Nel 2014 Alessandro diventa Direttore Creativo di Richard Ginori, lo storico marchio fiorentino di porcellane acquisita da Gucci nel 2013, donando vita nuova all”immagine e rilanciandolo nel segmento del lusso. A gennaio 2015 il mito narra che Marco Bizzarri diventato Ceo di Gucci, propose ad Alessandro di diventare Direttore Creativo al posto di Frida Giannini, e gli dà una settimana per preparare lo show della collezione Uomo. Un mese dopo sfila la collezioneDonna disegnata da Alessandro Michele, lo stile è una rivoluzione delle epoche: cappe medioevali, completi anni 70, pepli romani e ricami barocchi: “Ero un neonato, per davvero. E oggi leggo in quello che ho fatto un grado di perfezione ma anche di incertezza e ambiguità che sono le stesse di quel febbraio 2015. È un tempo, lo stesso di Tom, tondo e pieno che, credo si veda, maneggio con più maturità. Sono io ma con un timbro un po’ diverso”.

Animo brit post-punk, stile New Romantic street style fin da ragazzo e maverick cartoon con capelli lunghi alla Charles Manson. È stato il primo a far sfilare in Westminster Abbey a Londra , tant’è che proprio una delle fonti d’ispirazione di Alessandro è la Basilica di San Clemente di Roma, una cattedrale del XII secolo adornata di affreschi e mosaici bizantini che è stata costruita sopra alle rovine di una chiesa del IV secolo. Amico e collega di Demna Gvsalia e fan degli Smiths, ama Elisabetta II d’Inghilterra: “La Regina è una delle persone più stravaganti del mondo,” ha rivelato al The New Yorker. “Mi dà molta ispirazione. È chiaro che ama i colori.” Mago delle celeb, è riuscito ad attirare a sè nuovi collaboratori, modelle e volti, tra cui Harry Styles, Lana del Rey, Courtney Love Jared Leto, ASAP Rocky, James Franco, Rihanna, Kate Moss e Kylie Jenner. E ancora, i nostri: Alessandro Borghi, Silvia Calderoni, Benedetta Porcaroli e Achille Lauro. Il ballerino Michael Clark, Billie Eilish, Florence Welch, l’attrice e modella Hari Nef, il designer Dapper Dan, l’artista Gucci Ghost e il fotografo Martin Parr, coloro i quali incarnano perfettamente la new age e lo spirito della Casa. Collezionista dal palato fine, possiede una collezione di bastoni di legno del padre, intagliati a mano da lui con simboli della natura e vari frasi poetiche; 35 copie diverse del libro per bambini “Alice nel paese delle meraviglie”, originariamente scritto da Lewis Carroll nel 1965; una collezione di oltre 360 paia di scarpe; inoltre una di carlini in porcellana Meissen.

Il successo di Alessandro nei numeri: Gucci chiude il 2019 con un margine operativo lordo pari al 41% delle vendite. È la forza trainante del gruppo Kering, che chiude il 2019 con una crescita a due cifre. Tra il 2016 e il 2019, la maison fiorentina ha più che raddoppiato le sue vendite. Il New York Times spara: “con Alessandro Michele Gucci non propone solo abiti, borse e oggetti, ma vende una sensibilità: eccentrica, eclettica, inclusiva”.

Il successo di Alessandro nei numeri: Gucci chiude il 2019 con un margine operativo lordo pari al 41% delle vendite. È la forza trainante del gruppo Kering, che chiude il 2019 con una crescita a due cifre. Tra il 2016 e il 2019, la maison fiorentina ha più che raddoppiato le sue vendite. Il New York Times spara: ”Con Alessandro Michele Gucci non propone solo abiti, borse e oggetti, ma vende una sensibilità: eccentrica, eclettica, inclusiva”. Nel 2016, per l’apertura del Museo di Gucci a Firenze, Alessandro Michele cura due stanze dedicate alle collezioni di Tom Ford. Nel 2018, Gucci apre lo spazio Wooster a New York che include una libreria in collaborazione con Dashwood Books. A ottobre dello stesso anno ha co-curato la mostra The Artist is Present a Shanghai con Maurizio Cattelan. Nel 2019 Alessandro Michele dà vita a Gucci Beauty e la prima linea Alta Gioielleria. Oggi, l’universo Gucci si poggia ancora su quelle solide fondamenta tirate su grazie al suo creatore Guccio Gucci e al precedente Direttore Creativo, Frida Giannini. Alessandro guarda alla storia, reintroducendo l’iconico logo doppia G: “Immagino Gucci come una grande divinità, un vulcano, un mito che contiene milioni di storie e anche una tragedia”, descrive Alessandro. Si discosta dagli stili dei direttori creativi precedenti per creare un universo che fonde mascolinità e femminilità, presente e passato: “Del resto, il nome è così incisivo che se lo merita: è praticamente una parola magica” prosegue Alessandro. “È incredibilmente bello lavorare da Gucci, perché posso traslare lì tutte le mie passioni. Posso creare i personaggi che voglio. E mi diverto da morire.”

Guarda con speranza al domani: “Come non sono tornati i vecchi regimi, anche i pregiudizi non vinceranno più. Il processo sta andando avanti e per i figli dei nostri figli sarà diverso.” Al momento lui e il suo compagno vivono a Roma, in un appartamento all’interno di un edificio del XVII secolo che precedentemente era un ufficio. Possiedono anche una casa di campagna in un villaggio chiamato Civita di Bagnoregio. Ricorda con una certa nostalgia la relazione precdente: “Una delle mie più grandi fortune è aver incontrato il mio compagno Vanni (Giovanni Attili, docente di urbanistica alla Sapienza di Roma) che è un mago della cultura e della parola. Con lui, da colazione a cena, è una scuola quotidiana. Conversazioni così di valore che è impossibile resistere”.

“Questo Nuovo Rinascimento naturale, riflette il direttore creativo, “è il segno che la moda non è finita e non finirà mai. “Nel mio piccolo, avverto impellente la necessità di cambiare molte cose del mio lavoro. In fondo l’inclinazione al cambiamento ha sempre contraddistinto la mia vita professionale, marcandola con una naturale e gioiosa irrequietezza creativa. Ma questa crisi è come se avesse amplificato tale urgenza trasformativa, rendendola non più differibile. Nel mio domani, abbandonerò il rito stanco delle stagionalità e degli show per riappropriarmi di una nuova scansione del tempo, più aderente al mio bisogno espressivo. Ci incontreremo solo due volte l’anno, per condividere i capitoli di una nuova storia. Si tratterà di capitoli irregolari, impertinenti e profondamente liberi. Saranno scritti mescolando le regole e i generi. Si nutriranno di nuovi spazi, codici linguistici e piattaforme comunicative.”

Nelle note aleggiano alcuni versi di Emily Dickinson:

“La Natura è una casa stregata, l’Arte una casa che cerca di esserlo”, e riguardo al centenario della Casa: “Arriva con la precisione di un rintocco, questo compleanno. Sono passati cento anni. Cento rivoluzioni terrestri che interrogano il fluire del tempo. Cento giri intorno al sole per tornare a quella primavera dove tutto si preparava a gemmare e a rifrangersi. Un tempo importante che deve essere festeggiato. Attraversare l’ora in cui tutto ebbe origine è per me una grande responsabilità e un gioioso privilegio”.

  • 2015: International Fashion Designer Of The Year Award at the British Council Fashion Awards 
  • 2016: Council of Fashion Designers of America Awards 
  • 2016: International Accessories Designer of the Year Award at the British Council Fashion Awards; Anna Wintour commentò così: “Ci ha aiutati a sognare in modo libero.”
  • 2017: Inserito nella Hypebeast’s HB100.
  • 2016: GQ Men Of The Year Award per il miglior designer