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Si sente spesso parlare di Made in Italy. Questa espressione, coniata alla fine degli anni ’90, rappresenta la creatività, la qualità e l’Italian life style in tutto il mondo e fa riferimento a settori diversi noti sotto le famose quattro “A”: Abbigliamento, Arredamento, Automotive, Agroalimentare.

Negli anni ’60 gli importatori stranieri, in particolare francesi e tedeschi, imposero questo termine ai produttori italiani in modo tale che i consumatori fossero consapevoli dell’acquisto di prodotti non realizzati in patria.

Nonostante queste origini poco nobili, il Made in Italy ha continuato a vivere nel corso degli anni distinguendosi per la tipologia di manifattura e la qualità dei materiali che gli permisero di diventare un Marchio simbolo di eccellenza noto in tutto il Mondo.

Nella moda si parla molto dell’eccellenza italiana, soprattutto ultimamente. La pandemia ha infatti portato i consumatori a riflettere maggiormente sulla provenienza e sulla lavorazione dei capi facendo preferire la qualità dei prodotti alla quantità. Il valore di un capo e/o di un accessorio, valore inteso come rapporto tra prezzo e prestazione, è stato premiato portando il consumatore a riflettere anche sull’importanza di valori immateriali quali ad esempio la sostenibilità sociale ed ambientale.

La scorsa primavera, dunque in piena pandemia, Lorenzo Colucci, Carolina Du Chene, Giovanni Friggi e Vittorio Tatangelo, quattro giovani ragazzi under trenta laureati presso l’Università Bocconi e con Master Internazionali, hanno riflettuto sull’importanza del vero Made in Italy e sul modo migliore per poterlo comunicare.

Ad Hoc Atelier, Team Founders

Nasce in questo modo Ad Hoc Atelier, una nuova piattaforma di vendita di abiti, accessori e gioielli da uomo e donna il cui comun denominatore è ovviamente una produzione 100% italiana sinonimo di qualità, eleganza e stile.

L’intento della piattaforma può essere racchiuso in questo slogan: Buy Less, Buy Better. È arrivato il momento di limitare lo spreco e gli acquisti sfrenati, capire realmente di cosa si ha bisogno prima di effettuare un acquisto, dare più valore a quest’ultimo facendolo diventare una vera e propria “esperienza”. Per far questo, si deve essere disposti a spendere di più e con meno frequenza al fine ultimo di preservare l’ambiente e le persone. Sono troppe ormai le grandi aziende di moda che abbassano notevolmente i costi di produzione massimizzando profitto e vendite. Questo ovviamente a discapito dell’ambiente e delle persone che in alcuni Paesi sono ancora determinate da forme di sfruttamento molto gravi. Ad Hoc Atelier vuole dire basta a tutto questo e lo vuole fare sottolineando la bellezza della creazione artigianale con produzioni uniche create pezzo per pezzo.

Ad Hoc Atelier è un market place che vuole essere una vetrina ed un supporto per Brand innovativi e autenticamente italiani. Un vero e proprio viaggio alla scoperta di label ancora poco conosciute che raccontano il meglio della bellezza, della storia e delle tradizioni artigianali del nostro Bel Paese. Tutti i prodotti proposti nel sito sono caratterizzati da produzioni artigianali di nicchia, alta qualità, design immediatamente riconoscibile e story telling forti.

Una ricerca attenta e continua, un viaggio meraviglioso alla scoperta di nuove realtà ancora poco conosciute che ci permettono di percorrere l’Italia da Nord a Sud.

Ad oggi sono circa cinquanta le realtà che hanno aderito al progetto.  Tra queste troviamo Emmecici (Torino) con capi frizzanti e colorati; Giglio Tigrato (Milano) che propone dei pezzi vintage rivisitati e modernizzati attraverso l’arte della pittura; Giulia Tamburini (Milano) con gioielli personalizzati in oro, argento e bronzo; Bastah (Firenze), una collezione di abiti iperfemminili e sostenibili completamente Made in Toscana; Cherì (Roma) una collezione di bikini e party dress glamour del tutto rétro e green ispirati ad una Hollywood anni ’70; Y’AM (Capri) che, con il suo stile senza tempo, celebra in tutte le sue collezioni l’azzurro dell’isola proponendolo in tutte le sue sfumature.

Sartoria Nomade

Il sito dedica una sezione ad ogni Brand, ne presenta la storia e le origini con un forte richiamo al territorio. Ispirato dall’estetica del Mediterraneo e dagli anni ’60 italiani, Ripa Ripa è un’altra realtà che propone il classico costume da bagno con coulisse ridisegnato con un taglio moderno. Il sito di produzione è a Portici, una piccola città a sud di Napoli proprio ai piedi del Vesuvio, probabilmente più conosciuta per la sua storica linea ferroviaria lungo la costa piuttosto che per la produzione di costumi da bagno o camicie.

Le storie di molte di queste aziende ti permettono di fare un salto nel passato, nella bella Italia degli anni Novanta. Tra queste, Farben una piccola azienda artigianale che progetta e realizza occhiali da vista e da sole dal 1962 nel cuore delle Dolomiti, a Cadore, la culla di tutto l’eyewear Made in Italy. Era il lontano 1962 quando il giovane ed entusiasta Giordano Frescura, sua moglie Adolfa e suo fratello Carlo decisero di avviare una fabbrica di occhiali – un piccolo negozio a conduzione familiare situato al piano terra della propria casa – nel piccolo paese dove erano nati. Scelsero di chiamarla Farben, da “far ben” in dialetto veneto che significa “fare bene”, un nome che ricordava il modo in cui lavoravano e trattavano i loro prodotti

Ad Hoc Atelier è un progetto dove la ricerca dello straordinario ha l’obiettivo di permettere a tutti di accedere facilmente alle botteghe italiane con un solo click. 

Vi lascio il link al sito:

adhocatelier.it