Skip to main content

Per descrivere Yuliia Sobol, penso alla parola coraggio che deriva dal latino “cor habeo” che vuol dire “avere coraggio”. Nel suo mestiere d’attrice, questa giovane e determinata donna porta con sé quella forza interiore che le permette di camminare verso sentieri sconosciuti, di affrontare nuove esperienze e di vivere, sempre con curiosità, ogni momento della vita.

Dal 14 luglio sarai su Netflix con A Classic Horror Story. In che modo descriveresti il tuo personaggio?
Nel film interpreto Sofia, una ragazza che mi somiglia molto: è coraggiosa, libera, sicura di sé, indipendente, piena di vita, radicata nella sua forza.

Che esperienza hai vissuto sul set della pellicola?
Un’esperienza unica, per me che sono una di quelle persone che da spettatrice guardano gli horror con gli occhi chiusi! La troupe ha fatto un lavoro stupendo nel dar vita a quel mondo che si vede nel film. Animali finti, fumo, atmosfere notturne, bagliori, l’atmosfera che hanno ricreato sul set mi ha permesso di immedesimarmi in maniera più naturale e profonda, a creare un’esperienza più vicina alla realtà, e questo mi ha aiutato tantissimo a vivere le vicende in cui era coinvolto il mio personaggio e mi auguro che abbia reso tutto più credibile.

Quale credi sia la forza e la particolarità di A Classic Horror Story?
Credo che la forza di questo film risieda nella scelta, alla base, di una storia forte, piena di colpi di scena, e di cambiamenti e decisioni difficili che ogni personaggio si trova ad affrontare. La grande particolarità di A Classic Horror Story però è il suo messaggio, che rispecchia in qualche modo la società in cui viviamo oggi.

Abbiamo bisogno di tanti stimoli per sentirsi vivi, spesso non ci accontentiamo e abbiamo bisogno di avere sempre qualcosa in più, anche se questo può comportare un dolore nei confronti di qualcuno, l’importante è soddisfare la nostra “voglia” di essere entertained. Viviamo troppo dentro gli schermi dei nostri smartphone e non ci accorgiamo della vita che sta passando davanti ai nostri occhi, siamo così presi dai likes che facciamo di tutto pur di prenderne uno. È una realtà un po’ distorta e non sana ma purtroppo è così e a volte penso che vorrei tanto che fosse diverso quello che abbiamo intorno.

Sei nel cast del thriller Legacy of Lies, disponibile su Sky Cinema Uno e Now TV. Che esperienza rappresenta per te quella invece?
Legacy of Lies per me è stata un’esperienza bellissima. Mi sono innamorata del personaggio da quando ho letto la sceneggiatura e ho imparato tante cose da lei, oltre a combattere e sparare, supervisionati da una squadra di grandi professionisti. Abbiamo girato la maggior parte del film a Kiev, una città con cui ho un rapporto un po’ speciale e forse anche un po’ per questa ragione è un progetto che porto nel cuore.

Quando hai capito di voler intraprendere questa carriera artistica? Quando, finalmente, ti sei detta: Voglio fare l’attrice?
Da quando ero una bambina sognavo di fare l’attrice ma la decisione l’ho presa una notte, a Londra, uscendo da uno show di Punchdrunk Theatre. Lì ho capito che non potevo non provare. Lo spettacolo che avevo visto mi aveva trasportata in un altro mondo, dovevo capire come avevano fatto e cosa muoveva gli attori e suscitava in loro quelle emozioni e con quella naturalezza. Cosa si provava a vivere cento vite in una.

Quali sono le figure femminili che vuoi raccontare e quali sono le storie che vuoi accogliere?
Mi piacerebbe raccontare storie di donne forti, pronte a combattere per quello in cui credono. Le donne che non hanno paura a guardare il proprio destino dritto in faccia e a cambiarlo per raggiungere il meglio. Donne con il temperamento di Giovanna D’Arco, Madre Teresa, Harriet Tubman, Rosa Parks, Kathrine Switzer, Malala Yousafzai. Sarebbe davvero una bella sfida!

Parlando dei tuoi punti di riferimento: c’è un regista che ammiri e con cui ti piacerebbe lavorare in futuro?
I primi che mi vengono in mente sono Giuseppe Tornatore, Terrence Malick e Xavier Dolan, registi che ammiro e con i quali sarebbe stupendo vivere l’esperienza di un set.

C’è un film che hai visto e porti nel cuore?
Le vite degli altri di Florian Henckel von Donnersmarck che considero un capolavoro assoluto. Il protagonista del film vive la sua vita ascoltando le vite degli altri, le vite che sa di non poter mai vivere, cerca di salvare le persone che non lo conoscono rischiando la propria vita. Al posto di gelosia prova amore. È stato uno dei film più belli che abbia mai visto.

E invece, quali sono le attrici che ammiri e che senti che possano ispirare il tuo percorso?
Sono una grande fan di Meryl Streep perché in ogni personaggio che interpreta si trasforma, è pazzesca, si impara solo a guardarla. Mi piace tantissimo anche Marion Cotillard, la sua sincerità e profondità. E poi Zoey Deutch, per la sua forza e integrità.

Chi è Yuliia e come si descriverebbe agli altri?
Questa è la domanda più difficile.
Yuliia è una che non molla mai! È coraggiosa, curiosa, altruista, cerca di fare quello che può con quello che ha nel momento che sta vivendo. É una persona con tanta fede e voglia di esplorare, viaggiare, vivere.