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La dolce seduzione poetica è la chiave della sua pittura a olio

Cédric Rivrain è un artista ed illustratore parigino con grandi occhi azzurri ed un’espressione sognante. E’ immerso nel mondo dell’arte ma, allo stesso tempo, possiede un importante background nel mondo del fashion. A noi ha raccontato la sua esperienza ricca di consapevolezza ed emotività.

C’è stato un momento preciso in cui ricorda di aver capito che l’arte fosse realmente la sua strada?

Non posso dire che ci sia stato un momento preciso in cui ho pensato l’arte fosse la mia strada. Sicuramente, quando ero piccolo, i miei genitori mi hanno introdotto in questo mondo tra dipinti, sculture e gallerie ma credo che l’amore per l’arte sia qualcosa che si conosce, riscopre, comprende dentro se stessi.

Una delle prime cose da cui si viene colpiti osservano le sue opere, sono gli occhi, qualcuno dice siano il riflesso dell’anima e non mentono mai. Cosa stimolano, per lei, gli occhi?

E’ sicuramente importante per me catturare lo sguardo delle persone, perché è un dettaglio espressivo che colpisce le emozioni profonde dell’osservatore. Felicità, tristezza, amore, rabbia, delusione, indifferenza: questo è quello che comunichiamo. Una persona può mentire ma non con gli occhi. Non siamo tutti degli abili giocatori di poker.

I suoi dipinti suscitano romanticismo, infanzia e sentimentalismo ma anche malinconia. Dove trae l’ispirazione e quanto è importante per lei l’estetica?

Non c’è una tecnica specifica, io dipingo quello che so fare, l’ispirazione parte da tutto ciò che mi circonda: amici, familiari, persone, luoghi, cose. L’importante è raccontare una storia, immedesimarsi ed essere il regista della trama che si vuole condurre. L’estetica è soggettiva e occorre interrogarsi sul significato stesso del dipingere e continuare a farlo.

Dai suoi ritratti si evince la sua meticolosa attenzione ai dettagli. Le matite fini su carta trascinano lo spettatore in un mondo che lo avvolge completamente. Come si sviluppa il suo processo creativo?

Vorrei precisare che non ho mai frequentato una scuola di arte, tuttavia ho immediatamente lavorato nella moda come illustratore. Sin da bambino disegnavo, osservavo e immaginavo come i miei artisti preferiti avrebbero realizzato un’opera. Sono uno sperimentatore e mi piace combinare materiali differenti provando, ad istinto. Non ho pazienza, quindi tutto deve venire come si presenta. Ad ogni modo sono consapevole che esistano tecniche specifiche e che dipingere richieda un tempo infinito anche solo per realizzare un quadro, ma non è il mio caso.

Lei ha descritto la sua arte come “completamente incentrata sulla connessione emotiva”. Ci spieghi meglio cosa intende?

E’ vero. É la mia forma di espressione: io sono quel che dipingo. Nelle mie opere c’è sempre qualcosa di me, anche se poi non sono io il soggetto principale. La mia presenza, seppur indiretta, scaturisce una forte emotività, dunque mi sento profondamente legato a tutto ciò che realizzo.

Cosa è per lei un’emozione?

Per me un’emozione è un qualcosa di indescrivibile e deve essere, sempre, super intensa. Un’emozione è un mix di sentimenti confusi che si scontrano, quasi impalpabili, e non riesci razionalmente a dare loro un significato.

Disegnare è forse un modo per esprimere ciò che si ha dentro, liberarsi di paure e di sentimenti inespressi. E’ così?

Dipingere è il mio presente e disegnare è il mio passato. Ho iniziato molto preso a illustrare riviste e credo che ora abbia raggiunto la maturità per cambiare, ecco perché ora dipingo e molto. Dipingere mi libera, mi determina, mi fa evolvere.

Si è affermato come l’illustratore nella moda collaborando con marchi del calibro di Balmain, Lanvin o John Galliano per Dior. Qual è il suo rapporto con la moda e come si è sviluppato?

Il mio rapporto con la moda? E’ strano. Ho iniziato da giovanissimo e tutto mi sembrava sfarzoso e scintillante. Un qualcosa dal quale poter trarre ispirazione. Ora invece mi sembra così commerciale. Devo ringraziare molto la moda perché mi ha fatto crescere e mi ha fatto conoscere moltissime persone ma ora (così come nel disegno) ritengo opportuna e necessaria un’evoluzione. Ho fatto tanti sacrifici e il tempo mi ha fatto capire chi sono, chi voglio essere e cosa voglio fare. Preferisco l’arte alla moda, è più poetica. E stare nel mio studio a dipingere mi fa stare bene.

Come vede il suo futuro?

Non ho progetti, il mio unico desiderio è quello di continuare a dipingere, perché per me è l’arte del dialogo interpersonale. Tuttavia, ho in progetto una mostra per Febbraio 2023 ma sono superstizioso e non vi svelo nulla di più, per ora.