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15 anni fa, Massimiliano Neri portò a Napoli un pezzettino del mondo del Sol Levante, fu il fondatore di Kukai, nello storico cuore della città, il primo sushi restaurant del Sud Italia.

Oggi, dopo aver collezionato successi e soddisfazioni, accoglie una nuova sfida, questa volta più complessa: non solo cucina giapponese, e non solo cucina in realtà, nel nuovo spazio in via Nardones 103/104: apre Iki Contemporary Jap Asian Cuisine.

“Nel nome di questo nuovo spazio è racchiusa la sua anima e il suo stile. L’ideogramma giapponese “Iki” ha un significato molto positivo, vuol dire nascita e vita di qualcosa di bello – racconta Massimiliano Neri –. È anche espressione di una realtà che incrocia cool e chic, risolvendosi in un lusso semplice, mai urlato. In uno spazio curato nei dettagli, viene accolto il food. I piatti della tradizione giapponese restano in menu ma ci saranno anche portate Jap Asian, ovvero una fusione dei sapori giapponesi con quelli thailandesi, indiani, vietnamiti, cinesi. Ma la novità non è solo nel menu. Cambia completamente il concept e il modo di vivere lo spazio. Restando in argomento food, Iki darà ai napoletani la possibilità di scoprire e amare il food pairing, la tendenza internazionale dell’abbinamento food e drink; e di frequentare Iki anche solo per l’aperitivo a base di cocktail giapponesi studiati ad hoc dal nostro barman Gianluca Morziello. E poi c’è l’arte: ogni mese Iki ospiterà una mostra diversa, alternando grandi nomi a giovani artisti”.

Preziosa spalla nell’ideazione di cotanta concettualità, l’architetto Francesca Faraone. “Iki è uno spazio completamente diverso da Kukai già nel concept – spiega Francesca Faraone –. Qui è possibile non solo pranzare e cenare, ma anche passare qualche ora di relax con un aperitivo o un post cena al bancone del bar. Le parole chiave del progetto sono accoglienza, cura e coccole di chi sceglie Iki. Nella realizzazione del progetto sono stati impiegati materiali preziosi, legno, oro, ottone, marmo, al fine di conservare quell’allure di seduzione che i palazzi antichi, come quello che ospita Iki, mantengono nel tempo. I colori sono bianco, nero, blu ottanio e oro. È stato ideato un privée avvolto nel legno (pavimento e pareti), con cantina a vita e un grande e unico tavolo centrale che con un gioco di vetri e luci crea l’effetto ottico di cerchi concentrici. Un progetto che, grazie all’idea di ospitare opere d’arte, pur conservando arredi, luci e utilizzo degli spazi, non è mai uguale. Diventa l’espressione di una continua evoluzione”.

Anche le divise non sono lasciate al caso, ma sono state disegnate dal celebre designer Francesco Scognamiglio.