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Anche ai piedi degli dei si potevano trovare…le scarpe.

Piedi e scarpe sono da sempre un binomio che ha trovato non solo diversi significati simbolici, ma anche richiami sociali e politici.

Questo intenso e fecondo legame viene ora indagato dalla mostra organizzata al Palazzo Pitti, Museo della moda e del costume e visitabile fino al 19 aprile, dal titolo “Ai piedi degli dei”. https://www.uffizi.it/palazzo-pitti/museo-della-moda-e-del-costume

Il ricco percorso espositivo vuole raccontare gli infiniti ruoli che questo oggetto tanto desiderato dalle donne di tutti i tempi, la scarpa, ha rivestito in Occidente dall’antichità ad oggi. L’idea è quella di unire e mettere a confronto il passato con il presente.

Nel mondo greco lo status e il ceto di appartenenza di una persona si poteva distinguere anche in base all’altezza delle suole, ai colori e alle decorazioni delle calzature che indossava.

Quindi per quanto riguarda l’antichità, nella sezione archeologica si possono ad esempio ammirare autentici esemplari di  caligae ( scarpe chiodate, ideali per le marce, usate dai soldati)  e calcei ( stivaletti bassi unisex indossati da patrizi e senatori).  

Secondo alcune fonti i sandali venivano indossati dalle cortigiane. Erano modelli particolari che recavano, sul lato inferiore della suola, dei chiodini disposti in maniera tale da lasciare sul terreno un’impronta con la scritta “seguimi”.

Nella sezione dedicata invece ai tempi più recenti le scarpe di alcuni tra i più grandi stilisti (Genny, Céline, Richard Tyler, Renè Caovilla, Donna Karan) sono esposte insieme ai modelli originali realizzati dalla più celebre manifattura italiana di calzature per il cinema, il calzaturificio Pompei.

Sono stati gli artigiani di questo calzaturificio tutto italiano a confezionare a mano le scarpe indossate dalle star hollywoodiane dei film Ben Hur, o Il gladiatore.

Immancabili le più recenti creazioni del mondo della moda, ispirate dallo stile classico e realizzate dai più importanti artisti del fashion contemporaneo come Emilio Pucci, Salvatore Ferragamo o Yves Saint Laurent.

Nella mostra archeologia e fashion si fondono con i miti del grande schermo, o meglio, sono coprotagonisti della scarpa.

 Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt ha affermato che: “La scarpa divenne essa stessa opera d’arte, un oggetto plasmato più per esigenze estetiche che pratiche”.

Come dargli torto?