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Terminata la settimana della moda di Milano, è stato il turno della Paris Fashion Week, da sempre forse la più attesa dal mondo del fashion. Da Balenciaga a Valentino, con il ritorno del mitico rosso, al bianco e nero di Dior e Chanel. Tra i grandi nomi, non solo Louis Vuitton, Dior, Chanel, Saint Laurent e Balenciaga, ma anche alcune novità. Victoria Beckham ha fatto il suo debutto a Parigi, tra lacrime ed emozione di fronte allo sguardo della sua famiglia, mentre Ibrahim Kamara – collaboratore di lunga data di Virgil Abloh – ha rivelato la sua visione di Off-White nelle vesti di nuovo direttore artistico e dell’immagine per il brand. E poi loro, le iconiche gemelle Mary-Kate e Ashley Olsen, per la seconda volta hanno presentato la loro collezione firmata The Row, che richiama Zoran, Jil Sander ed il lontano e primo Yohji Yamamoto. Gli stessi Thom Browne, il reinventore dell’abito maschile, Comme des GarçonsJunya Watanabe, Yohji Yamamato hanno fatto il loro ritorno. Così come Issey Miyake, che ha presentato una collezione eterea e femminile nella prima parte della sfilata, mentre nella seconda dei look elaborati e più scultorei.

Pierpaolo Piccioli afferma “Di vestiti non si dovrebbe parlare troppo”, “L’importante è che il pubblico sia colpito da ciò che faccio, non serve che conoscano motivi e ispirazioni”. Valentino propone dunque canotte, top e tute color pelle in varie tonalità, una sorta di shapewear da indossare come evergreen sotto le tuniche di chiffon trasparente o gli abitini di ruches, con le gonne e gli stivali ricamati en pendant, con i pantaloni di piume. E poi Vivienne Westwood, per la quale Bella Hadid ha sfoggiato accessori fuori dall’ordinario e stravaganti. Una collezione decisamente più pacata è quella di Elie Saab, che presenta una collezione decisamente più romantica, ma dall’animo rock. Acne Studios festeggia 10 anni di sfilate parigine con una collezione dal sapore girly, etereo e romantico, fatta di fiocchi, pizzi, cuori e tonalità pastello. Demna di Balenciaga decide di sfilare presentando uno scenario apocalittico, aprendo lo show con Kanye West che sfila nel fango. Per trasmettere un messaggio importante: la moda deve sporcarsi per arrivare alla ricerca della propria identità. Alessandra Rich invece propone creature sexy, sfacciate e fiere di esserlo, tant’è vero che sfilano da Maxim’s, uno dei ristoranti più famosi e decadenti di Parigi, perfetto per i loro abiti di velluto nero aderenti come guanti, i pantaloni a vita molto bassa e i corsetti strizzati. Il fashion show di Dior si ispira a Caterina de’ Medici. Il fantasma dell’italiana di Francia si manifesta in bustini, crinoline e zeppe, con un occhio rivolto a Vivienne Westwood, la prima a sdoganare il potere eversivo dei riferimenti al costume storico. Da Chloè è il romanticismo grafico è fare da protagonista, con balze di pelle, occhielli di metallo e aperture sui fianchi. I contrasti sono al primo posto per Daniel Roseberry, direttore creativo di Schiaparelli: di giorno, rigore sartoriale, di sera stile barocco e scintillante. E poi arriva Saint Laurent. Anthony Vaccarello, alla direzione creativa della Maison dal 2016, propone una sintesi del glamour in chiave dark. In passerella cappotti doppiopetto con spalle over, lunghi abiti di jersey e capi che avvolgono il corpo, cagoule dress, tank dress trasparenti e trench di pelle. La palette spazia dal verde oliva al melanzana e al burgundy, dal nero al marrone e al tabacco. Che dire, un sogno ad occhi aperti. Un grande debutto, questa stagione, è quello di Zimmermann la cui collezione, intitolata “Wonderland”, si rifà ad una costruzione situata a Tamarama Bay, in Australia, paese di origine della designer del marchio. Nicky Zimmermann porta in scena giacche da judo imbottite e rifinite con colletti, giacche da baseball in cotone indossate con gonne di pizzo sfilacciate o camicette di pizzo guipure su pantaloncini cargo. Arriva poi chi vuole cambiare ancora di più le cose e la storia: Stella Mccartney. Partendo dalla frase dell’artista Yoshitomo Nara, “Cambia la storia”, la designer decide di rende ancora di più sostenibile il suo guardaroba stilistico. Alternative vegane alla pelle vengono proposte su chaps e pantaloncini larghi. Non a caso, lo scorso mese Stella ha dato il via all’Sos Fund, fondo di sostenibilità lanciato assieme alla venture capital Collaborative Fund per supportare gli imprenditori nello sviluppo di politiche green. A conclusione del tutto, una nuova generazione di designer francesi e non, tra cui il coloratissimo Weinsanto, il duo di stilisti franco-belgi Ester Manas, ma anche Vaquera da New York e l’ormai celebre e avanguardista Ludovic de Saint Sernin. Uno tra i momenti più spettacolari, è inevitabilmente quello regalatoci da Coperni: la top model Bella Hadid, al centro della passerella, semi-nuda, è stata letteralmente (ri)vestita da un aderentissimo long dress bianco, il primo abito-spray prêt-à-porter. Una performance incredibile tra arte, moda e tecnica. Infine, su una passerella trasparente sospesa in una stanza situata al primo piano della Tour Eiffel, dei ballerini si scatenano, a ritmo di Vendredi sur Mer, indossando i classici modelli dalla suola rossa, le Louboutin. Colori fluorescenti, strass, glittering maliziosi si animano e prendono vita su polacchine, stivali e escarpin dal tacco filiforme.