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Apparentemente infantile, assolutamente adorabile, Vivetta è tra i brand che negli ultimi hanno imposto il loro stile e la loro poetica nel fashion system. Senza il bisogno di scelte di stile azzardate, senza di colpi di scena, “solo” grazie ad una forte identità.
Che piaccia o no, Vivetta Ponti realizza delle collezioni assolutamente riconoscibili, con un moodboard coerente e ogni volta credibile, traendo ispirazioni dalle più candide illustrazioni per bambini, fino agli horror anni Sessanta. L’abbiamo intervistata abbiamo confermato il nostro punto di vista: Vivetta rules.

Hai mosso i primi passi da Roberto Cavalli, partendo da Assisi come autodidatta. Come è cambiata la tua vita?
Dopo aver lavorato per Roberto Cavalli e qualche esperienza di consulenza freelance, Ho avuto una pausa di tre anni per capire cosa volevo. Ho scoperto che volevo lanciare il mio marchio. Ero infastidita dalla moda … quindi ho sentito il bisogno di fondare il mio marchio per esprimere la mia visione.

Colletti, gatti, colori pastello, reminescenze anni Cinquanta e Sessanta e un pizzico di ironia sono le tue cifre stilistiche ricorrenti. In che modo rinnovi stagionalmente le tue collezioni?
Sì, mi ispirano moltissime cose. Sono molto affascinata dal design di interni, dai capi vintage, dai film e dai libri per bambini. Mi piace prendere spunto da qualcosa che vedo e mi piace! Può accadere in ogni momento, come un segno: un libro scivola per terra e si apre su una pagina… è l’inizio di una collezione.

Alexa Chung, Anna dello Russo, sono solo alcuni degli addetti al settore che ti scelgono per i loro look. C’è qualcun altro che sogni venga a bussare alla tua porta?
La cliente che apprezza le mie creazione è senza dubbio una donna raffinata e ironica che ama sperimentare e giocare con la sua immagine.
Molte donne straordinarie mi ispirano, Petite Meller è una delle mie artiste e volti preferiti, averla come ospite al mio spettacolo lo scorso settembre è stato molto emozionante

Hai dichiarato di esserti avvicinata alla moda grazie a una collezione Miu Miu degli anni Novanta, quali sono gli altri brand per i quali provi tanta ammirazione?
Devo dire che ho imparato molto da ogni collezione, ogni giorno è una nuova sfida. Devi lavorare per crescere, lavorare duro.

Il surrealismo è una componente fondamentale del sapore delle tue collezioni, quali sono, oltre l’arte, i mondi che contaminano e ispirano le tue creazioni?
Nella mia collezione donna primavera-estate 2018 ho cercato di trasferire sulla passerella l’arte contemporanea di Andrey Remnev.
Il suo tratto antico e malinconico, grafico e moderno si è perfettamente unito al mio amore per i dettagli e in particolare per i ricami. L’universo meraviglioso e incantato ricco di elementi magici è stato il primo punto di ispirazione per i miei abiti.

La moda è presente nei tuoi ricordi?
Le mie creazioni riflettono ciò che amo, i miei interessi, il mio mondo interiore. Il tocco retrò degli oggetti è bilanciato da uno stile decisamente contemporaneo che punta a offrire qualcosa di nuovo. Non ho un particolare segreto, faccio semplicemente le cose che mi piacciono.

Dalla tua passione per la moda è nata anche una collezione per i più piccoli. Hai mai pensato al menswear?
Mai dire mai!

Se ti chiedessi di 4 immagini o oggetti molto rappresentativi che siano un po’ il moodboard della tua vita?
Amo i gatti (e tutti gli animali, se è per questo), gli anni Cinquanta, gli anni Sessanta, il Surrealismo, la Nouvelle Vague, Anna Karina, Mia Farrow, Catherine Deneuve, Barbara Steele, i film horror italiani degli anni sessanta, collezionare vecchi giocattoli, vintage dolls, libri vintage di animazione per bambini, anni Sessanta e Settanta.