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Antonia “Il mio punto di forza risiede nell’essere donna”

Antonia Giacinti, buyer tra le più note all’interno del settore del fashion, ci racconta cosa vuol dire essere una donna. Ed essere un imprenditrice di successo. Un successo che si è costruita pian piano, e che dipende anche da una particolare e spiccata sensibilità verso l’universo femminile. Antonia ci parla di sé, della sua vita e del suo percorso professionale e ci insegna a non sentirci mai arrivati, ad allargare lo sguardo per migliorarci sempre di più, giorno dopo giorno.

Antonia, lei è la founder del luxury multibrand “Antonia” con sede a Milano. Quando e come nasce in lei l’idea di dare vita a questo “investimento” nella scena del retail?

Nasce tutto da un incontro avvenuto quando avevo l’età di trentuno anni, con un uomo che ha creduto in me sin dall’inizio, che ha visto in me un grande potenziale ed ha cercato di realizzare il mio sogno: quello di urlare al mondo cosa volesse dire per me fare moda. Come tanti di quelli che fanno parte del mio settore, ho cercato di far emergere nel mio mondo tutti i brand in cui credevo e credo fortemente. Anno per anno, stagione per stagione. Momento per momento. E da li, ho cercato di creare un contenitore che potesse accoglierli tutti e lanciarli, semplicemente credendoci quando magari neppure loro riuscivano a farlo. Ho sempre avuto fiducia nella moda ed in ciò che poteva esprimere. Ho sempre cercato di vivere il momento e che il mio compito fosse quello di rappresentare al meglio la femminilità e la donna contemporanea e sofisticata. Ho sempre portato avanti tutti i brand che mettono al primo posto la bellezza e l’espressione massima della femminilità insita nella donna. Avevo 30 e quindi, con l’aiuto della persona di cui parlavo all’inizio, il padre di mia figlia, sono arrivata fino ad oggi. Grazie a creatività, obiettivi e potere di realizzazione.

Oggi, è una delle imprenditrici e buyer più conosciute del settore. Ma come è iniziata la sua carriera all’interno dell’accanito mondo del fashion system? La gavetta è un qualcosa di fondamentale, secondo lei, per un giovane di oggi che intende fare carriera?

Sono sicuramente una delle buyer più conosciute nell’ambiente, si. Credo però che la mia grande fortuna sia non sentirmi realmente tale. Uso sempre la testa ma soprattutto il cuore in tutto ciò che faccio. Sono sempre alla ricerca di stimoli e di qualcosa di nuovo. Non mi sento mai arrivata. Ho sempre fame di ricerca. La gavetta è un qualcosa che ho sperimentato sulla mia pelle. Sono partita nel fare la semplice commessa, così come si diceva negli anni ’80 (oggi invece è traslata spesso nel termine “personal shopper” o in altre figure). Ho capito e imparato tantissimo. Come si fa a vendere, ad esempio, o come si valorizza una donna, come si riesce a far sentire una donna una principessa. Osservavo mia madre che cuciva abiti per la Scala ed io nel mentre sognavo di indossarli e, magari, di venderli un giorno. Quello che posso dire e che mi sentirei di consigliare ai giovani di oggi è di crederci, innanzitutto. Bisogna partire dal basso per arrivare in alto e ci vuole tempo. La gavetta aiuta a fortificarsi e ad arrivare a sentirsi realizzati. A capire chi siamo, cosa vogliamo diventare e darci un timing per arrivare dove vogliamo essere. Sacrifici e lavoro sono delle costanti per le quali bisogna passare. Personalmente, l’aiuto dei miei collaboratori più giovani è per me fondamentale, mi affido molto a loro e ai ragazzi che mi circondano e che vedo essere desiderosi di fare questo lavoro.

La scelta e la minuziosa ricerca dei brand che lei attua personalmente, su cosa si basano? Quali sono quegli elementi ai quali guarda maggiormente durante la selezione? Si lascia andare alle emozioni?

Si, mi lascio ancora e sempre emozionare e la mia scelta e le mie ricerche si percepiscono all’interno dei miei store. Cerco di pensare a delle palette di colori, immaginare dei mood. A fine stagione o meglio ancora a metà, capisco il comune denominatore di tutto ciò che ho scelto e lo metto insieme minuziosamente creando il layout della stagione successiva. Mi ritengo una donna abbastanza sicura di sè stessa. Sono consapevole di ciò che scelgo. A volte mi faccio consigliare e mi metto spesso anche in discussione. La maggior parte delle volte lo faccio consapevole del fatto che le persone più giovani attorno a me sanno darmi consigli utili, altre volte vado avanti per la mia strada. La bellezza del mio lavoro consiste nel potersi mettere sempre in discussione. É incredibile poi come riesca subito a capire ciò che voglio comprare o ciò che invece no, in maniera molto decisa ed immediata.

Il fatto di essere una donna, in un mondo dove il maschilismo è ancora talvolta una costante, ha mai rappresentato una penalità? Quale crede sia il suo maggiore punto di forza?

Il mio punto di forza risiede proprio nell’essere donna. Ritengo che la moda sia femminile, più che maschile. Oggi, mi rendo conto, attraverso il mio lavoro, che vi sono delle cose che sono nate per essere prettamente femminili e altre maschili. Mi accorgo sempre di più invece di quanto sia bello il corpo umano sia nella femminilità che nella mascolinità, ognuno con le proprie proporzioni. E per questo devo ringraziare mia madre, che mi ha insegnato quanto le proporzioni siano determinanti per rendere bello o brutto qualcosa. Credo però una cosa: che nonostante vi siano bravissimi designer uomini, come una donna veste una donna, lo stesso (non sempre) riesce a fare l’uomo.

A cosa punta, oggi, per una sempre maggiore crescita di Antonia? Milano rimane e rimarrà la città sulla quale investire?

Milano è la mia città natale. Sono nata a Piacenza ma, a qualche ora dalla mia nascita, sono arrivata a Milano, che è la città che mi ha accolta e cresciuta. É la città dove ho deciso di investire, in modo discreto, silenzioso. Senza fare rumore abbiamo lavorato duramente e dimostrato di essere persone che vanno avanti per la propria strada. Questo lavoro ormai trentennale ci ha permesso di essere oggi osservati ed ammirati da un gran numero di persone. Siamo diventati oggi un punto di riferimento in Italia, in Europa e, posso dire, anche, anche a livello mondiale. Siamo stati cercati e ricercati da innumerevoli partner americani ed inglesi, e non solo.

Dopo tutto ciò che ha realizzato e sta realizzando, ad oggi, in quanto donna, quale sarà la prossima avventura sulla quale desidera concentrarsi?

Prossimo step (che speriamo vada in porto!): un accordo con un grosso gruppo del Brasile. Potremmo quindi arrivare fino li, dopo la Cina dove abbiamo dato vita a tre store. Per Milano invece, dopo la grande e recente apertura in via Sant’Andrea, credo di aver fatto moltissimo. E di averci messo l’anima. Più di così, non saprei cosa poter fare!