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Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Questa è la filosofia che si cela dietro la realtà Industree, il brand romagnolo che si occupa di limitare gli sprechi del fashion system ricreando, migliorando e recuperando ciò che già esiste. A distinguerli è il loro design che mixa lurban streetwear con leleganza della sartoria. Il brand utilizza scarti di alta qualità come tessuti, accessori o qualsiasi altro materiale utile dando loro una nuova vita attraverso tecniche artigianali Made in Italy.

Come nasce il progetto?

Il progetto nasce quattro anni fa durante un pomeriggio d’estate. In un magazzino della nostra sede Silted, brand già sul mercato da 8 anni, erano presenti scarti e rimanenze di tessuti che iniziavano a prendere la polvere. Ci siamo interrogati sul cosa farcene e da lì, come per gioco, è nato il progetto. Il nostro è un percorso circolare, ci piace re-immaginare quello che già esiste, riconsiderare un tessuto dimenticato, scartato o un avanzo di mercato con le nostre idee e la nostra creatività. La prima apertura di Industree è stata a Forlì nel 2019, dopo circa un anno, abbiamo deciso di aprire a Cesena. Ricordiamo ancora la prima collezione, la FW 2019, erano presenti pochi capi, per lo più felpe.

Da dove arriva il nome Industree?

Inizialmente il progetto si chiamava dust come “polvere” proprio perché il nome ci ricordava i tessuti buttati in un angolino del magazzino. Dopo un anno dall’apertura del negozio di Cesena, abbiamo sentito la necessità di fare un re-branding, creando questa fusione tra dust “polvere” e tree “albero”, proprio per comunicare meglio ciò che stavamo facendo suggerendo già nel nome sostenibilità. Da quel momento, infatti, abbiamo iniziato a collaborare con realtà come Free Treedom, un’associazione che pianta alberi in tutto il mondo.

La vostra mission è incrementare e sostenere il movimento ecologista per la riduzione degli sprechi nel settore della moda, coniugando insieme creatività e circolarità. Quali sono le vostre iniziative?

Purtroppo il fashion system è già di per sé un settore complicato, in più si ha anche la difficoltà di scontrarsi con dei colossi che macinano e macinano capi… ecco, questo ci lascia un po’ di amarezza. Purtroppo siamo ancora lontani dall’eliminazione o dalla riduzione dell’acquisto fast fashion al consumatore. Noi però, nel nostro piccolo, ci impegniamo ad essere riconoscenti al nostro territorio e al nostro pianeta cimentandoci in diverse iniziative, ad esempio nelle scuole, attraverso “La scuola by Industree” insegniamo ai piccoli l’importanza del riciclo, mentre con “Puliamo la città” ci occupiamo di organizzare delle giornate dedicate alla pulizia della nostra città, il tutto in collaborazione con Legambiente Forlì Cesena, il Comune di Cesena ed il gruppo Hera.

Attualmente i due progetti, Industree e Silted , si sono unificati diventando Silted Industree: parlateci del perché avete scelto di fondere i due brand.

Anche Silted da un paio d’anni recupera tessuti, quindi abbiamo scelto di intrecciare le nostre radici diventando Silted Industree per dare più potenza all’azienda e per far sì che la gente ci riconosca per entrambi. Silted da solo resterà ma con una collezione all’anno programmata di una quindicina di capi. Anche in un futuro online, ci piacerebbe si accedesse ad entrambi da un unico website creando le due sezioni Silted e Silted industree, ovviamente con fasce prezzo diverse e capi diversi.

A seguito dell’alluvione che a Maggio di questanno ha messo a dura prova l’Emilia-Romagna, avete creato una t-shirt, in collaborazione con Silted e la CBI, devolvendo il ricavato ottenuto a “Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell’Emilia-Romagna”. Parlateci di com’è nata l’idea.

Volevamo trovare un modo per contribuire alle donazioni a seguito dell’alluvione che ha colpito il nostro territorio, l’Emilia-Romagna, ci è sembrato quindi un bel gesto creare una t-shirt portatrice di un messaggio: un cuoricino che indossa calosce e porta con sé una vanga. È stata disegnata da uno di noi, che a causa dell’alluvione ha perso la sua casa, perciò sentiva più che mai l’urgenza di creare questa maglia-simbolo. Infatti, oltre ad essere stata d’aiuto nel raccogliere denaro per le donazioni è stata anche un gesto di ringraziamento per tutti coloro che hanno scelto di aiutare la nostra regione.

Oltre a proporre il vostro brand, possiamo affermare che siete dei gran sostenitori di realtà sostenibili. Attualmente quali sono i nomi presenti nei vostri negozi?

Al di fuori del nostro brand d’abbigliamento, cerchiamo anche di spingere piccole realtà di calzature e accessori che riteniamo valide. Attualmente abbiamo Le Frik, un brand spagnolo che riutilizza la plastica attraverso la creazione di zaini e borse; e Subu, un brand giapponese che propone calzature comfy. Infine, un permanent nei nostri store è ormai Freitag, il quale realizza borse e accessori con teloni di camion in disuso e tessuti interamente compostabili.

Quali sono i vostri progetti futuri?

Ampliare il nostro raggio d’azione per farci conoscere di più sul territorio romagnolo e far scoprire i processi che ci sono dietro il nostro progetto. Siamo molto legati al nostro territorio, per questo ci piacerebbe ampliare gli orizzonti aprendo un altro shop a Cervia.Inoltre, è nei nostri piani continuare a partecipare ad iniziate ed eventi temporary in giro per il mondo. Ad esempio, grazie a Revibe, una piattaforma che gestisce brand up – cycle, lo scorso anno abbiamo partecipato ad un loro pop – up a Parigi esponendo i nostri capi.

Come descrivereste l’universo Industree in una frase?

Industree è un modo di vivere, l’occasione di scoprire con occhi nuovi quello che c’é già.