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Guglielmo Capone: da Max Mara ad una collezione donna che porta il suo nome

Di origini campane, Guglielmo Capone inizia la sua carriera in Max Mara negli anni ’80 dove si specializza nella maglieria e nel capospalla, e successivamente estende le sue collaborazioni ad altri brand in qualità di consulente.
Oggi, Guglielmo Capone, è un marchio di abbigliamento femminile, in cui c’è tutta la sua esperienza e la sua passione. Un brand smart, versatile ma che non perde mai di vista la cura maniacale del dettaglio e della manifattura. Guglielmo Capone cerca di preservare il Made in Italy tenendo sotto controllo la filiera produttiva e per regalare al suo cliente finale, dei capi meravigliosi e senza tempo.

Lo abbiamo incontrato a Milano durante la Fashion Week e gli abbiamo chiesto di raccontarci il suo background e l’essenza delle sue collezioni.

Raccontami un po’ com’è iniziato il tuo percorso, quando hai deciso di creare un tuo brand?

Io nasco professionalmente da Max Mara, con cui ho collaborato per dodici anni. Dopo ho lavorato come consulente freelance per molti brand, tra cui Fendi e Les Copain.

Ho deciso poi di creare il mio brand uomo/donna, che era distribuito in tutto il mondo. A causa di riassetti societari, il progetto ha subito una fase di stand-by per poi ripartire con la sola divisione uomo, sfilando anche a Milano, insieme ad un partner. Dopo qualche stagione mi sono accorto che non funzionava, cosi ho ripreso le redini in mano e ho deciso di uscire con la una collezione solo donna.

Oggi con la mia socia e amica, Maria Vittoria Verrini, abbiamo aperto una struttura a Carpi in cui gestiamo l’intera produzione, per avere tutto sotto controllo.

Quali sono i tuoi riferimenti artistici?

Nasco in un periodo in cui i miei maestri sono stati grandi creativi come Comme des Garçons e Yohji Yamamoto, appartengo a questo tipo di scuola, anche se il mio prodotto attuale è aggiornato ai tempi moderni e quindi rivisitato secondo i giorni nostri.

Mi piace sottolineare il fatto che, quando penso ad un capo da creare, vado sempre aldilà delle mode, dei tempi. Cerco di creare un capo che non vada bene solo per questa stagione, ma che possa essere riutilizzato nel tempo.

Provo grande soddisfazione quando le mie clienti  mi raccontano che indossano ancora capi di vecchie stagioni.

Nasci in un azienda che è famosa per i capospalla, hai ancora un debole per questo indumento?

Si, è un amore incondizionato.

Il legame con il sud ha influenzato il tuo percorso di crescita professionale?

Assolutamente, la moda è una passione che mi ha trasmesso mia nonna. Da piccolo mi portava sempre nelle sartorie a Napoli e gli atelier a Roma, un legame che ancora tutt’ora mi accompagna perché sono le mie origini.

Hai in progetto di aprirti di nuovo al retail?

Al momento non ancora, perché abbiamo ancora tanto da fare. Ora un negozio retail sarebbe troppo, quindi restiamo ancora solo sulla distribuzione. Siamo presenti in diversi show-room curano la distribuzione per l’Italia e l’estero. Ci stiamo strutturando per essere presenti un po’ su tutto il territorio Italiano. Lo shop on-line ancora non è presente, ma ci stiamo lavorando.