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Il Victoria & Albert Museum rende omaggio alla paladina della minigonna che riscrisse dagli anni ‘60 i nuovi canoni di bellezza femminile.

#WeWantMary e #FindingMary : è partita così la ricerca di Jenny Lister, curatrice del V&A Museum.
Due hashtag per invitare chiunque avesse in casa capi originali di Mary Quant, acquistati nella storica boutique di Chelsea, a farsi avanti.

L’appello è diventato immediatamente virale e molte donne fanatiche di quella mini skirt si sono presentate all’ingresso del museo con il loro pezzo di storia gelosamente custodito nel cellophane.

La mostra, intitolata semplicemente Mary Quant, resterà aperta per quasi un anno, dal 6 aprile 2019 al 16 febbraio 2020.

Designer autodidatta, Mary Quant impara l’arte del taglio e del cucito nei corsi serali secondo una nuova idea di moda e femminilità.
Nel 1955 apre la boutique Baazar nello scantinato di casa, su King’s Road, in cui la vendita al dettaglio giornaliera serviva per acquistare i tessuti che venivano poi trasformati in capi d’abbigliamento durante la notte.

Accorciò il suo primo orlo in seguito a una corsa dietro un autobus che rischiò di perdere a causa della gonna che, con la sua lunghezza, limitava i suoi movimenti.

La mostra conta circa 200 capi creati tra il 1955 e il 1975. Ci sono i miniabiti in jersey, gli hopants, gli antipioggia in pvc, i collant sgargianti e le minigonne, compresa quella che accorciò Mary stessa perché non riusciva a prendere l’autobus.
Musica dell’epoca, manifesti e foto saranno a corredo della mostra grazie all’archivio di Mary Quant che lei stessa ha deciso di condividere.