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L’immortalità del mito

“Ringraziamo Iddio, noi attori, che abbiamo il privilegio di poter continuare i nostri giochi d’infanzia fino alla morte, che nel teatro si replica tutte le sere.” Proietti

Uno dei più grandi desideri dell’uomo è sempre stato la ricerca dell’immortalità, impossibile direte, eppure io credo sia possibile.

Un’artista non muore mai, è cosi che mi piace pensarla, la sua voce rimarrà per sempre, una voce che risuonerà nelle opere che ha creato e ci ha lasciato in eredità.

E una delle voci più belle e più risonanti, che ci ha lasciato orfani di un grandissimo artista della nostra storia, è quella del maestro Gigi Proietti.

Quella che potrebbe sembrare una frase fatta è l’unica che al momento risuona nella testa, superato il dolore per la perdita di quello che stato un simbolo, un’icona, un genio dei nostri tempi, bisogna soltanto celebrarne la vita.

Quando a lasciarci è un artista siamo tutti più poveri, ma paradossalmente siamo ricchi per tutto quello che ci ha donato nel tempo. La sua risata sonora, il suo sguardo magnetico, la sua voce profonda, la sua genuina romanità ci mancheranno, sì, ma continueranno a risonare per sempre.

Una carriera ricca, lunghissima, e sempre a livelli altissimi, il suo era un talento unico. Le sue armi più forti erano l’autoironia e quel cinismo romanaccio velato dalle battuta.

Autoironia che ha conservato fino alla fine, anche nel suo ultimo giorno, sorprendendoci con l’ultimo colpo di scena, lasciandoci  il giorno del suo compleanno.

Proietti spesso scherzava sul giorno del suo compleanno dicendo: “Che dobbiamo fa’? La data è quella che è, il 2 novembre“,  la sua ironia lo ha accompagnato fino alla fine.  Bhe, ce l’hai fatta ancora una volta caro Gigi, ci hai sorpreso tutti, l’amarezza è tanta però, sei andato via troppo presto.

Siamo sicuri che un artista come Proietti aveva ancora tanto da dare, ma il suo lascito è imponente e sicuramente ispirerà tantissime altre generazioni di artisti.

Gigi Poietti ha trascorso gran parte della sua vita sui palcoscenici di tutta Italia, per nostra fortuna, era un personaggio poliedrico, un cantante, un regista,  attore sopraffino che riusciva a passare dalla commedia al dramma con una naturalezza disarmante.

Ha attraversato decenni di teatro, cinema e tv, doppiatore di star come De Niro, Hoffman e Stallone, ha dato voce e carattere al Genio della lampada nel cartone animato Disney “Aladdin”.                                                    La sua carriera ha inizio negli anni 60, e si arricchisce della partecipazione in diversi film, passando da “Febbre da cavallo” a “Tosca”, spopola nel teatro e al cinema e in tv con la serie “Il maresciallo Rocca”.

Gigi ce l’ha fatta, ha raggiunto l’immortalità, quella che solo ai grandi personaggi è concessa.

Tutti in piedi per la nostra ultima standing ovation, grazie di tutto maestro ….“ARRIVEDUAR GIGI” !