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La Nouvelle Vague veste tante eroine, tutte di nero vestite, sugli schermi dei cine. Monica Vitti è nera come La Notte, è in nero Anita Ekberg ne La Dolce Vita a Roma, Ingrid Bergman che seduce Anthony Perkins a Parigi o Audrey Hepburn che fa Colazione da Tiffany a New York. È l’emblema che permette a Anna Karina di assicurarsi Une femme est une femme (Una donna è una donna) divenendo la più scintillante delle Danesi sulla terrazza di Flore sotto l’occhio amorevole di Jean-Luc Godard. Infine è in nero Jeanne Moreau in Liaisons dangereuses (Le Relazioni Pericolose) e immortala la sua sposa e Brigitte Bardot che non lascia riposo al suo guerriero…

Taglio semplificato, dritto e democratizzato per il prÊt-à-porter, la petite robe noir (piccolo vestito nero) diviene l’uniforme della borghesia, perle al collo e chignon d’Alexandre sulla nuca. Si erige a “must” e, paradosso supplementare, il suo vestito da colazione/pranzo è spesso l’unico elemento nero del suo guardaroba.

La più parigine delle Americane sfoggia un petite robe noir (piccolo vestito nero) (girocollo e senza maniche) per sedurre Charles de Gaulle durante la visita presidenziale. Ed è in questa occasione che John Kennedy pronuncia questa celebre frase, pura dinamite: “Io sono l’uomo che accompagna Jackie.” Un mito è nato: l’abito a tre fori di Jackie Kennedy resta una referenza di moda fino a oggi.

Griffato Balenciaga, seduce tutte le donne del mondo, dalla duchessa di Windsor a Mona von Bismarck scalza con il vestito nero da Dalì. In mousseline nera, ammalia le incondizionate di Mademoiselle, e in jersey le adepte di Cardin, “il futurista”. Yves Saint Laurent decreta che il nero  è il colore per tutte le ore della giornata. Grazie al nero, lui osa e impone la trasparenza. Versione “mini”, lo vediamo danzare da Castel e Régine… La sua onnipresenza obbliga Courrèges a dargli un posto tra i pastelli delle sue collezioni. Impreziosito da una sciarpa rossa, questo simbolo della borghesia si adatta al contesto economico e sociale per varcare con disinvoltura le barricate del Maggio ’68… Si poteva pensare che a questo punto, stanco di tante lotte, potrebbe scomparire, unendosi così al suo mago assoluto, creatore di tanti “grandi” petites robes noires (vestiti neri).

Ma la minaccia multicolore, chiassosa e spettinata che si materializza nel Flower Power lo obbliga ancora una volta a far fronte: fiori di RhodoÏd su organza nera per Marc Bohan da Dior; strisce viniliche brillanti su tricotine da Cardin, la petite robe noir (piccolo vestito nero) mantiene testa. Yves Saint Laurent lo allunga e, versione “camicetta”, che diventa l’immagine di una nuova generazione di donne che, come Edmonde Charles-Roux o Françoise Giroud, vogliono dimostrare che il coraggio delle idee non è contrario allo chic.

Nel film Le Charme discret de la bourgeoisie (Il Fascino discreto della borghesia) di Luis Buñuel, Stéphane Audran e Delphine Seyrig sono i simboli eleganti e ambigui.