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“Un concerto di due mondi distinti, pittura ed alta moda, arte contemporanea e arte vestimentaria, nei quali le voci ascoltano reciprocamente il canto degli altri prima di pronunciarsi”  l’arte e la moda si incontrano in Des Ateliers, la collezione Haute Couture di Valentino.

Nonostante la moda non sia arte, quella basta a se stessa, mentre la prima ha uno scopo, una funzione, un utilizzo, la couture è vicina ad essa condividendone l’unicità, la singolarità, la ricerca e la sperimentazione tipiche del lavoro artistico, ma condividendo anche uno spazio, l’atelier, luogo di congiunzione, del fare, del pensare con le mani, luogo in cui le idee, le sensazioni, i desideri, diventano tangibili.

Pierpaolo Piccioli ha voluto per la sua collezione una comunità di artisti con la partecipazione di Kerstin Bratsch , mentre il progetto è stato curato da Gianluigi Ricuperati. A Joel S. Allen, Anastasia Bay, Benni Bosetto, Katrin Bremermann, Guglielmo Castelli, Maurizio Cilli, Danilo Correale, Luca Coser, Jamie Nares, Francis Offman, Andrea Respino, Wu Rui, Sofia Silva, Alessandro Teoldi, Patricia Treib, Malte Zensesgli ha affidato il cantiere di invenzione della collezione.
Uno scambio in cui un artista contemporaneo ispira un abito e ne viene a sua volta ispirato e a cui risponde con la propria creatività. Nasce un modo d’essere e di fare singolare ma allo stesso tempo plurale.

Una traduzione , un passaggio delicato tra la bidimensionalità della pittura e la tridimensionalità della moda che si materializza negli abiti: traslature, velature, campiture, segni si trasformano in ballgown grandiosi, drappeggi casuali, silhouette lunghe e stratificate oppure corte e scultoree, cappelli fluttuanti.
I codici della Maison Valentino sono ricapitolati e caricati di vibranti segni cromatici come i verdi, i viola, i fucsia o i rossi.

Al centro c’è il corpo, la sua vestizione. Gli abiti disegnano possibilità per uomini e donne, nella quali il virtuosismo della lavorazione stempera nella leggerezza ineffabile che non conosce sforzo.

Teatro del concerto, in cui risuona al tramonto la voce di Cosima, le Gaggiandre presso L’Arsenale di Venezia, luogo espositivo della Biennale, uno spazio assoluto e naturale in cui, su due imponenti tettoie acquatiche con un ampio molo, sfilano le creazioni di Valentino.
Un luogo che rappresenta un omaggio non solo a Venezia, città che per Piccioli genera spontaneamente vibrazioni sull’arte, il teatro, la musica, l’architettura, il cinema e tutto ciò che riguarda la creatività, ma anche al suo panorama culturale e che vuole rappresentare una vera e propria rinascita per la città.

La couture di Valentino è un dialogo che si iscrive per sempre sulla pelle degli abiti, trasmutandone le superfici, dando tridimensionalità a ciò che è bidimensionale, animando nel movimento ciò che è statico e fatto per essere osservato e contemplato. In Des Atelier si incontrano due linguaggi eterni, materici, tradizionali e sempre nuovi: la pittura e l’alta moda, fonti di energia rinnovabile di bellezza.