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Nato nel 1980 a Chicago in una famiglia di origini ghanesi, Virgil Abloh ha studiato presso l’Università del Wisconsin dove ha conseguito la laurea in ingegneria civile e dove conosce il futuro collega e amico Kanye West. Dopo aver completato un master in architettura all’Illinois Institute of Technology, Abloh muove i primi passi della sua carriera di designer a Chicago per poi entrare nel circuito della moda internazionale con uno stage da Fendi nel 2009, pagato, come ha ricordato il CEO della maison Michael Burke, 500 dollari al mese. «Rimasi davvero impressionato dalle novità che portarono in studio, erano dirompenti nell’accezione migliore del termine» disse «Virgil era in grado di creare un linguaggio nuovo per reinterpretare la tradizione. Da allora ho sempre seguito la sua carriera».  Insieme all’amico fraterno West avvia poi una stretta collaborazione fino alla fondazione di Off-White, marchio di lusso con sede a Milano, sintesi di una visione culturale contemporanea. Innumerevoli le collaborazioni che porta avanti, Nick Knight, Riccardo Tisci, Kim Jones, Takashi Murakami, Olivier Rousteing, George Condo sono solo alcune di queste. Nel 2018 viene nominato dal “Time” come una delle cento persone più influenti al mondo e, nello stesso anno, diventa direttore artistico della collezione uomo di Louis Vuitton.

Un mix di linguaggi e stratificazioni culturali, in chiave contemporanea, hanno sancito il successo del designer, scomparso prematuramente, nella giornata di ieri, per una rara forma di tumore, l’angiosarcoma cardiaco. La notizia colpisce come un fulmine a ciel sereno ed arriva proprio da LVMH “Louis Vuitton e Off White sono distrutti nell’annunciare le dipartita di Virgil Abloh” si legge sul profilo Instagram di Louis Vuitton. “Siamo scossi da questa terribile notizia – aggiunge Bernard Arnault, amministratore delegato di LVMH “Virgil non è stato soltanto un genio del design e un visionario, ma anche una bellissima anima. Aveva una grande saggezza. Siamo vicini a tutti i suoi cari, a tutte le persone che hanno perso un marito, un padre, un fratello, un figlio e un amico”.

Personalità illuminante, istinto geniale e creativo sono solo alcune delle caratteristiche di Abloh. Ciò che il designer ha messo in atto nel mondo della moda è considerabile come una vera e propria rivoluzione. E la rivoluzione in realtà è lui stesso in persona, il primo grande designer afroamericano e re dello streetwear di lusso. Era e rimarrà, sempre, il più grande e giovane genio creativo degli ultimi tempi. Un game-changer a 360% che ha ispirato tutti con il suo messaggio “ce la si può fare anche senza una formazione specifica”. E, ovviamente, seguendo i propri sogni e non mollando mai.

Non poteva mancare il tributo di Kanye West che, con il suo Sunday Service Choir, gli ha dedicato in un concerto in streaming il brano di Adele “Easy On Me”, con una leggera modifica alle parole: «Go easy on me, father / I am still your child / And I need the chance to / Feel your love around».

Virgil Abloh lascia un’impronta ben precisa e una chiara visione tra moda, arte e cultura. Si fa pioniere e simbolo di un mondo nuovo e proprio da questo mondo è riconosciuto come genio assoluto ed interprete di una moda nuova, oltre che di se stesso. “Tutto quello che faccio è per la versione diciassettenne di me stesso”. Era questo il suo credo. E lui ci ha creduto profondamente e vivamente nel potere di ispirare le generazioni future, nel comunicare in modo dirompente e immediato.  Tra un taglia e cuci di abiti ma, soprattutto, di idee.

Louis Vuitton rende oggi noto, tramite un comunicato ufficiale, che, nel rispetto delle volontà dello stesso Virgil e della famiglia, la collezione SS22 intitolata “Virgil Was Here”, verrà presentata nella giornata di domani 30 novembre a Miami. Michael Burke, presidente e CEO di Louis Vuitton intende dunque celebrare e portare orgogliosamente avanti l’eredità del designer. Per farlo vivere ancora e per sempre.