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Un gentleman contemporaneo con radicati valori di famiglia e un cacciatore romantico di bellezza che si muove sulle note dell’Intermezzo della Cavalleria Rusticana. Guido Taroni, classe 1987, è un “tipo” che ce l’ha fatta esattamente come i due illustri parenti che sin dalla nascita lo hanno ispirato: Luchino Visconti e Giovanni Gastel. Di lui colpisce l’armonia, l’eleganza e la pacatezza nel raccontare di sé e della sua famiglia visto come un “luogo” in cui poter fare sempre ritorno.

Il suo è un bagaglio familiare e culturale di notevole importanza: erede di Luchino Visconti e nipote del grande Giovanni Gastel, cosa significa essere cresciuto in una famiglia all’insegna del talento?

Loro sono stati per me un esempio. Mi hanno spinto ad andare alla ricerca di uno stile personale. Sono persone che hanno avuto successo non solo per l’ estetica, il lavoro e tutto ciò che hanno realizzato, ma anche per la forte personalità emersa. Erano due grandi perfezionisti, che mi hanno sicuramente insegnato la perfezione e la ricerca di una bellezza estetica formale che però non è fine a se stessa e non è effimera. In quanto dietro vi è una grande ricerca, preparazione e tantissimo impegno.

É stato difficile per lei costruirsi una propria identità oppure è stato un meccanismo naturale?

Avevo ben chiaro sin dall’inizio l’obiettivo: non volevo solo realizzare delle belle foto, bensì far percepire attraverso le immagini il mio modo di vedere e di sentire. Mi sono aperto a nuove visioni e mi sono lasciato contagiare e ispirare da tutto ciò che mi circonda. Ho lentamente scoperto la mia personale visione delle cose. L’osservazione, l’esercizio, l’andare per tentativi ed escludere ciò che non mi piaceva, mi hanno permesso di lavorare su me stesso e di creare dunque un mio proprio e personale linguaggio espressivo.

Quando ha iniziato ad essere affascinato e attratto dall’arte della fotografia? Ed in che modo sente di appartenere indissolubilmente a questo mondo?

Quando ero piccolo mi piaceva osservare le fotografie di famiglia. La fotografia è sempre stata un mezzo per utile per catalizzare un’emozione, un ricordo. Tutto è stato poi un crescendo. Sono partito facendo foto a scuola, per hobby, poi sono iniziati i primi eventi,  la mia prima foto pubblicata su un giornale… è stato un crescendo…

Come descriverebbe la sua visione estetica? E cosa per lei è fonte di bellezza ed ispirazione?

Amo fotografare la bellezza che non sempre è sinonimo di perfezione. Per me la bellezza è anche tutto ciò che ruota semplicemente intorno ad una emozione. Ogni volta che fotografo un ambiente, uno still life, non importa cosa, cerco sempre di pensare che debba trasmettere qualcosa e attrarre l’occhio. Io stesso, mentre scatto, ricerco l’emozione in quell’esatto momento.

Ha firmato numerosi progetti editoriali e fotografici. Di recente pubblicazione, troviamo le sue immagini sul volume “Villa D’Este, una leggenda sul lago di Como”. Oppure “Inside Milan”, coffee table book dedicato alle più belle dimore milanesi. 

Mi sono accorto che, avendo da sempre una passione per le case, per gli ambienti, gli arredi, i colori, mi piace moltissimo comunicare tutto ciò secondo una visione non per forza statica o impostata, ma anche più rilassata, in un certo modo, più romantica… ed emozionante.

Quali sono i progetti che lo hanno emozionato maggiormente e che hanno suscitato in lei maggior orgoglio personale?

I volumi che ho realizzato, gli ultimi progetti, rappresentano per me una raccolta, il frutto di un processo molto lungo, di racconti, di emozioni. E quando il libro arriva nelle tue mani, la sensazione è meravigliosa.

Quali sono i suoi desideri personali per il futuro e quali i progetti lavorativi sui quali desidera concentrarsi?

Sono molto attaccato alle mie radici, ai luoghi della mia infanzia. Per me la vita è legata ai ricordi, alla famiglia, alle sensazioni vissute. Tengo molto anche agli oggetti che per me rappresentano un qualcosa di importante, non per il loro valore economico, ma per le storie intrinseche che tramandano. Un domani, mi vedo un viaggiatore che scopre il mondo ma che poi torna sempre al nido familiare. Mi piacerebbe molto realizzare un libro sulla Calabria, terra che conosco bene, dove trascorro gran parte delle mie vacanze sin dall’età di quattro anni. È uno dei luoghi più belli che abbia mai visto: offre il mare, la montagna, buon cibo e tanta tradizione. E’ una regione ricca, un posto unico. Chissà…Non ho grandi ambizioni, il mio obiettivo principale è quello di far bene il mio lavoro e di essere apprezzato e riconosciuto per questo.

Ph: Courtesy of Guido Taroni