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La moda nasce come espressione creativa prendendo dalla natura materiali e ispirazioni. Per questo motivo il tema della sostenibilità in tutte le sue declinazioni assume una valenza centrale. Si tratta, insomma, di saper cogliere quel nesso tra etica ed estetica che emerge con sempre maggiore forza non solo nelle principali manifestazioni del tessile e della moda, ma anche all’interno dell’opinione pubblica. Certamente il paradigma della sostenibilità deve inoltre altresì tener conto del rispetto per i lavoratori e quindi regolamentare in modo uniforme le condizioni contrattuali e di sicurezza ambientale. Un passo importante a favore di un pensiero sostenibile a 360 gradi viene dalla piattaforma Sustainable Thinking di Salvatore Ferragamo. Con il motto “Agire in modo sostenibile significa pensare in modo sostenibile” il brand sinonimo di eleganza, artigianalità e innovazione, espone l’importanza dell’attenzione che rivolgiamo al nostro impatto sul mondo. Siamo per fortuna lontani dalle pioneristiche e inascoltate richieste di Rachel Carson negli anni Sessanta, l’antesignana, se così vogliamo, dei movimenti ambientalisti. Soprattutto negli ultimi anni, infatti, sono aumentate notevolmente le proposte fashion capaci di venire incontro ai consumatori più attenti all’ambiente e all’etica. Questo significa che si possono acquistare capi di qualità, certificati da apposite etichette, realizzati con materiali eco-friendly. La ricerca ha sviluppato nuovi materiali derivati da scarti vegetali come ananas e arance, o ancora, sono stati valorizzati tessuti ecologici recuperati dalla tradizione, come quelli derivati da fibre di bambù, ortica, ginestra o canapa. Tra molti brand è ormai diffuso l’utilizzo di tessuti derivati dal riciclo di materiali particolarmente inquinanti come la plastica che sta soffocando i mari. Un problema denunciato dal WWF che ha istituito l’8 giugno Giornata Mondiale degli Oceani per sottolineare l’urgenza della tematica.
Inoltre, per i finissaggi come l’impermeabilizzazione o l’effetto used dei tessuti è stato diminuito l’utilizzo della chimica e molte aziende hanno ridotto le emissioni e il consumo di acqua particolarmente abbondanti in questo settore. Un altro aspetto della sostenibilità riguarda la moda solidale. Diversi brand propongono collezioni di abiti e accessori realizzati su progetti di ong, associazioni o privati che coniugano il design e le tecnologie più avanzate con le lavorazioni artigianali. Ma andiamo a vedere alcuni esempi di progetti e capsule collection che hanno fatto dell’obiettivo green la loro missione.

LE INIZIATIVE

In occasione di Valentino The Narratives, la Maison che ha sfilato all’Università Statale di Milano ha offerto delle borse di studio per gli studenti, contribuendo a investire nei loro percorsi formativi e a garantire un impatto positivo sulle comunità locali. Grazie a una partnership con Spazio META – l’azienda milanese che offre un servizio di recupero e rivendita dei materiali di allestimento – i pannelli in legno dipinto utilizzati per la passerella sono stati donati a Spazio META. In linea con il proprio impegno al giving-back, infine, in collaborazione con il Comune di Milano- Assessorato al Verde, Valentino ha avviato il processo per mettere a dimora un albero presso i Giardini Pubblici di Porta Venezia, un’area simbolica vicina alla sede milanese di Valentino e un luogo iconico per gli abitanti e i visitatori della città. La quercia autoctona, messa a dimora durante questo autunno, verrà posizionata vicino alla «Quercia di Montale», un albero caduto, dedicato al poeta premio Nobel, che è mantenuto nella posizione originaria in quanto contribuisce alla preservazione della biodiversità del parco. “Cura nei confronti dell’ambiente e di chi lo abita, un’idea di lavoro che punta all’eccellenza, atteggiamento di responsabilità verso il mondo e centralità delle persone”. Questi i valori di “Fondazione Le Costantine”, un modello di agricoltura biodinamica dal 1985 ma anche un centro per la formazione e la valorizzazione del saper fare artigiano delle donne della regione pugliese. Su telai a mano nel laboratorio di tessitura “Cantando e Amando” vengono prodotti preziosi manufatti per l’interior design e la moda (ricordiamo la capsule collection realizzata per Dior). Vengono inoltre organizzati corsi per gli istituti scolastici o su richiesta di privati, durante i quali si possono apprendere dalle artigiane impegnate nella tessitura le antiche tecniche locali. Al JW Marriott Venice Resort & SPA che sorge su un’isola privata della laguna il vivere green ha da poco incontrato anche lo spirito imprenditoriale di Eva Geraldine Fontanelli, ideatrice di gOOOders. Da un lato al Marriott Venice si può degustare un’offerta gastronomica che sceglie l’80% di prodotti di stagione, compreso il pesce, insieme a prodotti a km 0. Non esistono bottiglie d’acqua in plastica, sostituite da alternative in alluminio o vetro e dai prodotti di WAMI – Water with A Mission, l’azienda con una mission dal forte impatto sociale. Il programma Terry Re-use, incoraggia gli ospiti a riutilizzare asciugamani e biancheria per risparmiare acqua ed energia e i trattamenti della SPA sono firmati Bakel e concepiti per garantire trasparenza, efficacia e tangibile sostenibilità. Dall’altro, attraverso il nuovo negozio firmato gOOOders si possono scoprire brand etici, sostenibili e unici. La scelta va dai capi di abbigliamento, agli accessori, fino agli oggetti: come ad esempio, una bespoke capsule collection di Amourrina, i gioielli in vetro di Murano, ma anche una selezione di friulane realizzate artigianalmente e pigiami da viaggio etici. Sono in vendita in esclusiva qui anche la T-shirt e la felpa in cotone organico fair trade “Venezia is always a goood idea” frutto della collaborazione tra le due realtà: un souvenir da portare a casa perfetto (e sostenibile) per ricordare il viaggio in laguna.

Frutto della collaborazione tra PINKO e il brand di accessori cruelty-free Miomojo, la nuova it-bag Eva è Made in Italy, e realizzata in Apple Skin, un innovativo materiale animal-free e bio-based ottenuto dal recupero degli scarti delle mele, che vengono lavorati per ottenere una miscela applicata a un tessuto naturale dando vita a un materiale resistente all’acqua e durevole a basso impatto ambientale. LINKING DOTZ, brand sostenibile e brasiliano fondato da Rodrigo Doxandabarat e Anderson Presoto, ha creato in esclusiva per Belmond una capsule collection – in limited edition – in vendita solo in alcuni degli hotel più belli d’Italia – Hotel Cipriani, A Belmond Hotel, Venezia Splendido, A Belmond Hotel, Portofino Villa Sant’Andrea, A Belmond Hotel, Taormina Mare. Si tratta di tre mules iperfemminili personalizzabili con le iconiche nappine, che si distinguono per i print grafici e geometrici. Come tutte le scarpe DOTZ, sono realizzate con residui tessili provenienti da deadstock, alcuni dei quali reperiti viaggiando per oltre 1.800 km verso il confine con il Paraguay. Se i materiali utilizzati per la tomaia sono un esempio virtuoso di upcycling, il packaging, sviluppato in collaborazione con l’università di Rio Grande do Sul, è il primo box prodotto interamente riconvertendo residui domestici e, in particolare, rasoi e spazzolini. Alla lavorazione delle calzature collaborano numerose donne che vivono nelle favelas.

Chiudiamo con il brand sostenibile Progetto Quid capofila del progetto sostenuto dalla Commissione Europea “Worldplaces – workplaces working for migrant women”, che ha l’obiettivo di creare sinergie tra settore profit e settore non profit per migliorare l’accesso al mondo del lavoro a donne migranti. La collezione Sense of Self è in vendita nei 7 store del brand e sull’e-commerce.