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Che ruolo ricopre la spontaneità, per te? E quanto è finto, costruito e quanto è reale sui social?
La spontaneità fa parte del mio essere ed è sicuramente una prerogativa. Mi viene in mente una cosa? la registro. Anche alle 3 del mattino. Non possiedo neppure un programma di editing professionale sul telefono. Ovviamente, non nascondo che esistono quei contenuti, lavorativi e brandizzati, che hanno bisogno di preparazione e non si registrano improvvisando. Seppur, da parte mia, io cerchi di essere sempre spontanea anche da questo punto di vista.
Hai da poco pubblicato il tuo primo libro: “Il saper sopravvivere”. Come è nata in te l’idea di questo progetto?
In passato ho scritto una favola per bambini, per il semplice gusto di farlo e per me stessa. La scrittura è un qualcosa che mi ha sempre appassionato, sin da quando preparavo le lettere ai fidanzati che mi lasciavano, sulle quali vaporizzavo il mio profumo. É nato tutto quando, un giorno, sono stata contattata da Mondadori, chiedendomi se volessi scrivere un libro. Avevo già un’idea precisa in mente: volevo scrivere la risposta a Donna Letizia e al suo “Saper vivere”, galateo storico che vi consiglio di leggere. Il libro rappresenta quindi un desiderio che avevo già da tempo e che Mondadori mi ha dato la possibilità di realizzare.
Cosa ti sentiresti di dire a tutte quelle ragazze che, almeno una volta nella vita, hanno provato la sensazione di sentirsi sbagliate? E cosa diresti alla Giada del domani? 
Io è tutta la vita che mi sento sbagliata! Mi sono sentita fuori luogo alle elementari, alle medie e poi alle superiori. Ero emo, avevo il ciuffo e indossavo gli stivali di pelo, a Lecce, nel 2006. Mi sono sempre sentita fuori dal coro ma nonostante ciò ho sempre tutelato la mia diversità. A volte penso “e se fossero gli altri ad essere strani?” Sarà narcisismo? forse. Ma mi capita di pensare che magari sono meglio io degli altri. Non so cosa mi riserverà il futuro. Magari un domani farò la commessa in un negozio o entrerò a far parte delle forze dell’ordine. Forse non posso entrare alle poste perché non ho raggiunto il minimo dei voti alla maturità, ma comunque… Ciò che voglio è stare bene, essere sempre innamorata, avere la mia famiglia accanto, potermi comprare un paio di scarpe quando mi va, dormire in un letto comodo. Il lavoro, sinceramente, lo metto in fondo alla lista delle mie priorità. Bisogna vivere come meglio si crede.
Che rapporto hai con i tuoi follower?
Un rapporto stupendo. Ho una community meravigliosa che, con me, non si vergogna di niente e si sente libera di dire qualunque cosa. Sono troppo simpatici e per la maggior parte sono giovani tra i 25 e i 35 anni. Il 90% sono donne, il restante 10% uomini. Sono ragazzi della mia generazione, da loro percepisco incertezza e instabilità riguardo al futuro. Io cerco di raccontarmi e parlare facendo capire loro che non bisogna avere paura di niente e che nella vita si può anche sbagliare.