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La moda parla contro l’AIDS

Ricorre oggi, 1° dicembre, la Giornata mondiale contro l’AIDS, che dal 1988 viene celebrata in tutto il mondo, divenendo una delle principali ricorrenze, nonché opportunità fondamentale per sensibilizzare l’opinione pubblica. Si tratta di una giornata importante, poiché, nonostante un certo silenzio mediatico e di conseguenza un sottodimensionamento del rischio di contrarre il virus, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia si registrano 3695 nuove diagnosi di infezione da HIV ogni anno.  A questo va aggiunto il fatto che, secondo recenti ricerche, nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni, su Instagram e TikTok l’HIV non sembra essere argomento di interesse, ma, purtroppo, sono proprio i giovani ad essere i più colpiti. Per questo motivo, l’Anlaids (Associazione italiana per la lotta contro l’AIDS) ha promosso dei progetti specifici per le scuole, che vanno ad aggiungersi a numerose campagne di sensibilizzazione e a progetti di ricerca. Inoltre, grazie alla collaborazione con Convivio sono stati avviati anche diversi progetti clinici. Convivio è la grande serata-mercato di shopping a fin di bene per la raccolta fondi per la lotta all’Aids organizzata a Milano ogni due anni dal 1992, che nasce dall’idea di Gianni Versace, insieme a Gianfranco Ferrè, Giorgio Armani e Valentino. La lotta al virus è infatti entrata a far parte anche del mondo della moda, dove eventi charity, capsule collection e progetti filantropici vengono realizzati per garantire non solo una maggiore consapevolezza sull’argomento, ma anche maggior accesso ai test e alle cure mediche. In linea con questo orientamento ricordiamo The Rocket Fund istituito dalla rockstar britannica Elton John per dare vita ai programmi di lotta contro l’AIDS e a sostegno della comunità LGBTQIA+, del quale Donatella Versace è recentemente divenuta co-chair. Ma, non possiamo altresì non ricordare le tante iniziative di comunicazione che United Colors of Benetton ha dedicato al tema dell’AIDS nei primi anni Novanta con le campagne di Oliviero Toscani. Basti pensare alla celebre foto di un malato terminale sul letto di morte. Gli anni Novanta segnarono infatti il culmine per la diffusione del virus, simboleggiato anche dalla scomparsa del frontman dei Queen Freddie Mercury.  Nello stesso decennio Bruce Springsteen compone Streets of Philadelphia, colonna sonora del film denuncia Philadelphia, con un bravissimo Tom Hanks, dedicato al dramma dell’Aids. E se ieri, come oggi, ciò che conta è parlare del virus senza tabù, l’amfAR (American Foundation for Aids Research) Gala di quest’anno, svoltosi a Venezia, ha raccolto ben oltre 2 milioni di dollari, e durante la serata, la regista Ava DuVernay è stata premiata con il prestigioso “Award of Inspiration,”per il suo contributo all’industria cinematografica e alla sensibilizzazione sull’HIV/AIDS. Anche Harry, il duca di Sussex, ha reso noto che verserà parte dei proventi del suo libro autobiografico “Spare-Il minore” già divenuto un caso editoriale, all’organizzazione Sentebale che aiuta i bambini e i giovani vulnerabili affetti da HIV/AIDS in Lesotho e in Botswana.  Questa sera invece sarà Janet Jackson a guidare il concerto annuale della Aids Healthcare Foundation (AHF) a favore della sensibilizzazione sull’Hiv/Aids, alla Nrg Arena di Houston.