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IL GIORNO DELLA MEMORIA

Sono numerose le mostre, gli incontri, le proiezioni e gli spettacoli, oltre ad un fitto palinsesto tv, radio e piattaforme web, per celebrare la ricorrenza del giorno in cui nel 1945, ovvero il 27 gennaio, l’Armata rossa liberò il campo di concentramento di Auschwitz. In Italia è stata istituita le legge del 20 luglio 2000 in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. Mentre nel 2005 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che indica «il 27 gennaio come una Giornata internazionale di commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto». Inoltre, è stato istituito un “Programma di sensibilizzazione sull’Olocausto” con l’obiettivo di «mobilitare la società civile per la memoria e l’educazione all’Olocausto, al fine di contribuire a prevenire futuri atti di genocidio». Come affermato dal nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricordare esprime un dovere di civiltà e anche per questo motivo il 21 gennaio si è tenuto il viaggio ad Auschwitz con i vincitori del progetto organizzato dal Ministero dell’istruzione e del merito “I giovani ricordano la Shoah”, insieme al ministro Valditara.  A Milano, invece, la senatrice a vita Liliana Segre ha recentemente guidato una visita al Binario 21 della stazione Centrale, sottolineando l’importanza di contrastare fenomeni come intolleranza, razzismo e antisemitismo – Da anni, ogni volta che mi sento chiedere: “Come è potuto accadere tutto questo?”, rispondo con una sola parola, sempre la stessa. Indifferenza. Tutto comincia da quella parola. Gli orrori di ieri, di oggi e di domani fioriscono all’ombra di quella parola. Per questo ho voluto che fosse scritta nell’atrio del Memoriale della Shoah di Milano, quel binario 21 della Stazione Centrale da cui partirono tanti treni diretti ai campi di sterminio, incluso il mio. Purtroppo, nonostante le iniziative politiche e sociali e i capolavori della letteratura sull’argomento, come ad esempio “Il diario” di Anna Frank, “Se questo è un uomo” di Primo Levi, o “L’amico ritrovato” di Fred Uhlman, o, ancora, i film di successo come il pluripremiato capolavoro di Steven Spielberg del 1993 “Schindler’s List”, o il più recente “Jojo Rabbit” di Taika Waititi, il tema dell’Olocausto è ancora di grande attualità. Ha suscitato anche grande interesse il romanzo di Lucy Adlinton “Le sarte di Auschwitz” basato su testimonianze narrate dai familiari delle sopravvissute e fatti documentati provenienti dagli archivi. Si tratta della drammatica storia di venticinque giovani internate nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau che furono selezionate per disegnare, tagliare e cucire capi d’alta moda destinati alle mogli delle SS del lager e alle dame dell’élite nazista berlinese. Insomma, se l’orrore ha pervaso tutti gli ambiti della società è un buon segnale che dal 2021 Facebook e X hanno vietato, e rimuovono, i contenuti che negano l’Olocausto. Questo perché, una recente ricerca Eurispes che ha voluto indagare la diffusione e le caratteristiche degli atteggiamenti di pregiudizi antisemiti ha rivelato che in circa 15 anni chi non crede all’orrore della Shoah è passato dal 2,7 al 15,6% con un 16% che sostiene che la persecuzione sistematica degli ebrei “non ha fatto così tanti morti”. E ancora, un sondaggio YouGov/The Economist racconta che gli under 30 non credono allo sterminio degli ebrei in una percentuale quasi tre volte superiore a quella degli americani che hanno tra i 30 e i 44 anni. Ben vengano allora le oltre 70.000 Pietre d’Inciampo, iniziativa creata dall’artista Günter Demnig, come reazione a ogni forma di negazionismo e di oblio, al fine di ricordare tutte le vittime del Nazional-Socialismo, che per qualsiasi motivo siano state perseguitate: religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali.