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Manuel Menini, conosciuto per la sua bottega delle meraviglie, Vincent Vintage Bijoux, svela un’anima antica, fatta di infinita passione per il mondo dei gioielli. Il suo negozio, nel cuore del quartiere Porta Venezia, a Milano, ci riporta indietro nel tempo e ci fa vivere lo stupore e la mancanza di epoche passate. Anelli, bracciali, collane, orecchini, ciondoli dal fascino senza tempo, incantano chiunque vi faccia visita. Curiosità e ricerca sono le costanti che hanno portato Manuel Menini a creare un microcosmo di bellezza, unico, indefinibile e affatto scontato, in una città dove la qualunque è a portata di mano. Il suo è senza dubbio un indirizzo cult imperdibile per tutti gli amanti dei gioielli (e della bellezza in generale) che tiene in vita storie di oggetti del passato di cui non dovremmo dimenticarci mai.

La sua boutique “Vincent Vintage bijoux” è ormai un indirizzo cult ed una meta d’obbligo per i milanesi e non solo. Ma torniamo indietro nel tempo, quando nasce la sua passione per i gioielli e per la storia che vi è dietro?

C’è sempre stata. I miei ricordi arrivano ai tempi dell’adolescenza, quando nella mia città natale, Rapallo, giravo per mercatini alla ricerca di qualcosa che mi colpisse. Ho sempre nutrito una forma di attrazione verso qualsiasi tipo di ornamento, anche solo una perlina colorata per me era qualcosa di bellissimo. Pian piano, con il passare del tempo, ho iniziato a coltivare sempre di più la mia passione per i gioielli, acquistando libri e leggendo molto. Ho poi studiato all’Accademia delle Belle Arti e ho iniziato, a Milano, a lavorare come stylist per la televisione e per le celebrities, professione che mi ha portato a tirar fuori ancora di più questa passione, pur non potendo dare totale e libero sfogo alla mia personalità, ma bensì dovendo seguire dinamiche molto spesso commerciali. Fino a quando, 10 anni fa, non ho deciso, quasi per gioco, di aprire il mio negozio.

Quanto è importante la ricerca e quali sono i luoghi dove lei maggiormente si reca per scovare i pezzi unici che espone?

Ovunque può essere il luogo giusto: dal mercatino rionale al piccolo negozietto di antiquariato. In questo momento sto lavorando soprattutto con privati e collezionisti. Ad ogni modo io credo che in ogni posto si possa trovare qualcosa, l’importante è essere curiosi e avere passione e voglia di fare ricerca. Se dovessi pensare ad un posto specifico, mi viene in mente Genova, città ricca di antiquariato che possiede il fascino delle città da scoprire, e che non si riesce a comprendere alla prima visita. Mi piacerebbe infatti poter aprire un giorno un secondo negozio li. E’ quel luogo dove il concetto di ricerca si identifica perfettamente, al contrario di Milano, dove è già tutto a portata di mano, pronto e visibile. E poi, certamente, Parigi…

L’estetica del negozio appare eclettica, gli allestimenti sono quasi teatrali e si nota una particolare attenzione su tutto, persino sugli oggetti e le componenti di arredo. Tutto questo rispecchia la sua personale personalità?

Assolutamente si, casa mia infatti è come il mio negozio. Non avrei mai pensato di realizzare un qualcosa di diverso rispetto a ciò che mi piace e mi rappresenta. Amo l’idea di stimolare l’attenzione del visitatore e la sua curiosità. Certe volte mi rendo conto che ci sono persone che entrano e si soffermano ad osservare ogni angolo, altri invece che arrivano attirati dall’immagine d’insieme, ma non si soffermano su niente in particolare. Ecco, lo stesso allestimento e la messa in scena mi aiutano quindi a capire chi ho di fronte.

Si definisce un nostalgico?

A tratti, non al cento per cento. Sicuramente viviamo un periodo storico piuttosto particolare per cui abbiamo tutti bisogno di un po’ di nostalgia. Non voglio dire che si stava meglio quando si stava peggio, ma sicuramente certe cose venivano fatte meglio in tempi passati. Oltretutto, se ci si abitua ad un certo tipo di qualità, che poi si riscontra e si vive nel quotidiano, si hanno delle difficoltà a vedere il resto. La qualità ha un costo alto, o meglio giusto. Il vintage ed il modernariato rappresentano un mondo fatto di cose belle, e ben fatte.

In che modo, a suo avviso, un gioiello esprime la personalità di una persona, diventa un segno di riconoscimento e un oggetto da tramandare nel tempo?

Credo che la scelta di ciò che si indossa sia fondamentale e che rappresenti assolutamente noi stessi. A me interessa e incuriosisce quando una persona riesce a vedere qualcosa di più, di diverso, dietro al classico gioiello, o dietro al banale punto luce o al diamante classico. E’ bello vedere persone curiose di scoprire gioielli diversi, antichi, pezzi unici che appunto si tramandano nel tempo. Credo che oggi le nuove generazioni siano molto più attratte che mai a questo tipo di bellezza.

Quali sono le sue fonti di ispirazione?

Nel quotidiano amo moltissimo assimilare nuove idee o prendere ispirazione anche semplicemente i social, o da instagram, fonte in continuo movimento e aggiornamento. Se dovessi pensare invece a ispirazioni del passato, beh ne avrei tantissime, molti nomi da citare e non saprei da dove partire! In generale sono sempre stato molto curioso, amo i libri, grande fonte di ispirazione per me.

Il suo gioiello dei sogni, quello per il quale darebbe tutto, qual è?

Ti racconto un episodio significativo: ai tempi del liceo, andai in visita con la scuola a Barcellona, dove è presente una delle più grandi raccolte di gioielli di Renè Lalique, Re dell’Art Noveau. Ecco, alla vista di quei gioielli, mi venne una sorta di mal di pancia e di desiderio sfrenato di poterli indossare. E’ bellissimo poter osservare un oggetto in un museo, d’altra parte non poterlo indossare, ti lascia l’amaro in bocca. L’Art Noveau è forse la cosa che più mi fa venire i brividi. Ma in generale, potrei farti un elenco infinito di gioielli da sogno. E’ bello anche sognare, no?

E’ stato inserito nella guida di Vogue agli indirizzi imperdibili su Milano. E, recentemente, nella guida cartacea di Louis Vuitton. Quali sono i suoi progetti e le sue aspirazioni per il futuro e cosa vorrebbe ancora realizzare?

La guida di Louis Vuitton è stata una sorpresa meravigliosa. Un giorno, è entrato in negozio un signore distinto, che mi ha posto alcune domande senza esporsi troppo, semplicemente accennando ad una guida su Milano. Poco dopo, ho ricevuto una mail dove mi veniva comunicato che il mio negozio sarebbe stato inserito all’interno della guida in uscita di Louis Vuitton. Una sorpresa bellissima, ancor di più quando, sfogliandola, ho visto che era stata inserita all’interno una mia foto. Per quanto riguarda il futuro, mi piacerebbe molto poter fare consulenza a qualche brand di gioielli. E magari, perché no, aprire un nuovo spazio da qualche parte. Chissà, c’è tempo!

Ph: Courtesy of Manuel Menini, owner of Vincent Vintage Bijoux