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Febbraio è il mese durante il quale numerosi eventi, mostre, spettacoli e progetti mirano a evidenziare l’enorme e fondamentale contributo dato da parte degli afroamericani per la storia e lo sviluppo degli Stati Uniti.

Che si tratti di religione, di politica, femminismo, sviluppo…le comunità di origine afroamericana sono però parte dell’identità di tutti noi, avendo plasmato il cammino delle nostre società. A questo proposito per chi volesse avere degli spunti dalla letteratura, ricordiamo “Donne, razza e classe” di Angela Davis (uscito per la prima volta negli Usa nel 1981, è considerato uno dei testi pioneristici del femminismo odierno); “Afropei” di Johnny Pitts; nonché le opere delle pluripremiate Bernardine Evaristo (che esplora la diaspora africana) e Igiaba Scego (che si occupa di migrazioni e dialogo tra culture). Il Black History Month (BHM) è una ricorrenza che affonda le sue origini nel 1915, mezzo secolo dopo che il Tredicesimo Emendamento aveva abolito la schiavitù negli Stati Uniti. In quell’anno, lo storico di Harvard Carter G. Woodson insieme al ministro Jesse E. Moorland fondarono un’organizzazione dedicata alla ricerca e alla promozione delle conquiste dei neri d’America e delle altre popolazioni di origine africana. Conosciuta oggi come Association for the Study of African American Life and History (ASALH), l’associazione decise di dedicare la seconda settimana di febbraio (durante la quale si celebrano i compleanni di Abraham Lincoln e Frederick Douglass) per omaggiare l’eredità che gli afroamericani hanno trasmesso al paese. Infine, nel 1976 il Presidente Ford dichiarò febbraio il mese della storia afroamericana per “cogliere l’opportunità di onorare i contributi degli afroamericani, in ogni settore della nostra storia, troppo spesso trascurati”, prevedendo che ogni anno fosse dedicato ad un tema specifico. Il tema del BHM 2024 è “Gli afroamericani e le arti” ed esplora l’influenza fondamentale che gli afroamericani hanno avuto nei campi delle “arti visive e dello spettacolo, della letteratura, della moda, del folklore, della lingua, del cinema, della musica, dell’architettura, della gastronomia e di altre forme di espressione culturale”. Seguendo questa suggestione il Museo nazionale di storia e cultura afroamericana di Washington ha organizzato una mostra che vuole evidenziare l’arte della resistenza, l’arte come piattaforma per comprendere la storia e la lotta per la giustizia sociale. Nonostante l’importanza del mese soprattutto per gli Stati Uniti, il BHM è diventato un fenomeno globale, con celebrazioni in tanti paesi compresa l’Italia. Firenze, Bologna e Torino sono le città che hanno previsto un ricco programma culturale. A Firenze un apposito festival, giunto oramai alla sua 9° edizione, offre una varietà di attività che vanno dal cinema alla cucina, dal teatro all’arte. Eventi che vogliono non solo onorare il patrimonio culturale afroamericano, ma promuovere anche il dialogo e la comprensione tra diverse culture. Le celebrazioni a Bologna sono particolarmente incentrate sull’intersezione tra cultura, memoria e identità, esplorando come queste influenzino la formazione dell’identità culturale individuale e collettiva. Il festival di Torino, invece, si concentra su temi chiave come l’espressione artistica, la sostenibilità e l’imprenditoria, sia femminile che generale. Gli eventi offrono una piattaforma per esplorare il ruolo delle comunità emigrate e il loro contributo in ambiti come l’arte, l’ambiente e l’economia. Infine, va ricordato che anche l’industria della moda ha intensificato i suoi sforzi per ripensare l’approccio all’inclusività e a valorizzare l’arte di creativi appartenenti alla comunità di colore.